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Salute e benessere bambini

Curve di crescita dei bambini: nuovi standard per seguire lo sviluppo

Published by
Maria Sole Bosaia

Dal momento in cui nascono i neonati le mamme solitamente sono ossessionate dalla loro crescita e se questa rientra nelle tabelle ufficiali di sviluppo.

Ora però i ricercatori di Oxford, tramite 2 studi pubblicati sul The Lancet, vanno loro incontro ridefinendo questi parametri.

Aggiornamento delle curve di crescita: una ricerca

Nel 2006 l’OMS ha fissato gli standard di crescita per i bambini al di sotto dei 5 anni, e che che sono stati accettati in tutto il mondo.

Con il progetto Intergrowth 21st gli scienziati hanno puntato a stabilire se lo sviluppo di 120 milioni di bambini che nascono ogni anno sia salutare o meno, implementando quindi i precedenti risultati e rivolgendo il loro interesse a:

  1. feti
  2. neonati
  3. infanti (0-2 anni)
  4. bimbi pretermine

Ecco quindi come si è svolto lo studio chiamato Intergrowth 21st di cui si parla suThe Lancet. Sono stati considerati:

  1. 60 mila donne incinte
  2. 20 mila neonati

I bambini provenivano da 8 paesi:

  1. Brasile
  2. Oman
  3. Italia
  4. Kenya
  5. Cile
  6. Inghilterra
  7. Cina
  8. Stati Uniti

Ai neonati sono stati misurati:

  1. peso
  2. lunghezza
  3. circonferenza della testa

Sono state così ottenute nuove tabelle di crescita modificate al 3°. 10°, 50°esimo, 90°esimo e 97°esimo percentile.

Come accennato, fino a questo momento nel mondo c’erano centinaio tabelle di crescita, e magari un bambino che risultava sottopeso in un paese, poteva essere considerato normale in un altro.

In Italia si usavano (e si usano):

  • sia quelle varate dall’Ordine Mondiale della Sanità,
  • sia quelle redatte 10 anni fa sulla popolazione italiana dalla Società italiana di neonatologia.

Secondo gli scienziati si tratta di un momento di svolta, perché finalmente si ha un sistema di misurazione universale e preciso rispetto alle tante tabelle usate finora. In questo modo si potranno riuscire a individuare prima e meglio

  • gravidanze a rischio,
  • bambini che nascono troppo piccoli o troppo grandi
  • o che sono affetti da patologie.

Decisamente un bel passo avanti, non credete anche voi Unimamme?

Inoltre visto che secondo alcune ricerche il peso alla nascita dei bambini dipenderebbe dalla salute e dal grado di istruzione delle mamme, c’è speranza che con un po’ di impegno presto tutti bambini abbiano le stesse opportunità in partenza.

E voi Unimamme cosa ne pensate di questo cambiamento di cui si parla su Ansa?

Maria Sole Bosaia

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