Si sa, le mamme al momento del parto, e durante il travaglio, fanno rumore, urla e gemiti vari. D’altronde il parto è un evento istintivo, quasi primordiale.
Molte donne provano vergogna, imbarazzo nel momento in cui devono “perdere il controllo”, senza pensare che probabilmente è così che deve essere: occorre assecondare il corpo che si prepara al parto.
E’ giusto quindi non seguire alcun corso che ci accompagni fino a quel momento? No, anzi il contrario, perché sapere ci permette di affrontare meglio ciò che ci succede o succederà.
E voi future mammine, vi siete mai chieste che tipo di rumori farete quando starete per mettere al mondo vostro figlio?
L’unico modo per conoscerlo, in realtà, secondo gli esperti di nascite, è cercare di provare a fare un esercizio prima di finire in sala parto.
Per esempio, trovate un angolo tranquillo della vostra casa , chiudete le finestre e abbassate le luci. Stendetevi stringendo bene mascella, collo, fronte e stomaco. A questo punto rilasciate un suono acuto o un urlo. Nel mentre fate attenzione alla zona del perineo, anale e della vagina.
Successivamente provate a rilassarvi facendo particolare attenzione alla mascella, alla bocca e alle spalle, e respirando fate un suono gutturale, basso.
Dopo questi esercizi noterete che:
In vista del parto questo vuol dire che usando suoni bassi e gutturali, invece di toni acuti si dovrebbe essere più rilassate.
Innanzitutto tenere una bassa vocalizzazione consente di mantenere la pressione sul diaframma aiutando a rilassarsi, in modo particolare il volto e la mascella. Più basso è il suono, più la gola si apre e il respiro diventa profondo.
In pratica, essere rilassati nella parte superiore comporta gli stessi effetti in quelle più basse come:
Oltretutto usando gemiti bassi riuscirete a dare al vostro piccolo l’ossigeno necessario durante le contrazioni.
Solitamente le urla sono il segno che una donna sta perdendo il controllo, opponendosi al travaglio, anche se spesso le si è associate con il dolore.
Le urla però, in quanto indice di stress, possono ostacolare il travaglio. Urlare infatti irrita le corde vocali e causa il rilasciamento della pressione in alto e non in basso, come dovrebbe essere. Le spinte quindi saranno meno efficaci.
Quando poi cercherete di fare respiri profondi per dare ossigeno al vostro bambino, dopo aver gridato, vi rimarranno solo respiri corti e ansimanti. Di conseguenza anche il vostro volto, mascella collo, stomaco e utero saranno in tensione.
A volte però non si può proprio fare a meno di non urlare, magari quando si sta spingendo fuori il bambino. Se però chi vi sta seguendo intuisce che la vostre urla sono di disagio potrebbe aiutarvi ad emettere gemiti più bassi. Guardate il video del parto naturale che segue per capire meglio del tipo di suoni di cui si è parlato.
In ogni caso la chiave per un buon travaglio è essere rilassati. Per alcune questo significa emettere dei rumori, ma la loro modalità può essere fonte di rilassamento oppure no.
Unimamme, speriamo che questi consigli di Gabrielle Volkmer su Birth beyond bias, esperta in parto, doula, consulente in allattamento, possano esservi utili al momento giusto.
Voi cosa ne pensate?
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