Unimamme avete mai notato che ci sono bambini che inseguono con tenacia i propri obiettivi e altri invece che mollano subito?
La ricercatrice Carol Dweck fin dagli anni 60 ha condotto degli esami che l’hanno portato a suddividere i piccoli in 2 categorie:
- quelli con una mentalità fissa: credono che i loro successi scaturiscano dal loro talento innato e dalla loro intelligenza
- quelli con una mentalità di sviluppo: pensano che i loro successi derivino dal loro impegno
Intelligenza dei bambini: è sufficiente o serve l’impegno?
Ecco come si è svolto il lavoro di ricerca sull’intelligenza dei bambini di Carol Dweck:
- ad alcuni bambini di quinta elementare divisi in 2 gruppi sono stati sottoposti dei test di intelligenza
- il primo gruppo è stato lodato per l’intelligenza
- il secondo per lo sforzo
- a entrambi i gruppi è stato poi sottoposto un test più impegnativo
- i piccolo elogiati per lo sforzo tendevano ad affrontare il test impegnativo, perché motivati a continuare a imparare e a conservare la fiducia in se stessi con problemi più difficili
- quelli elogiati per la loro intelligenza hanno chiesto un compito più facile, avevano perso la fiducia di poter risolvere problemi difficili
Successivamente la ricerca è stata condotta anche al di fuori dell’ambito scolastico:
- sono state intervistate 53 famiglie
- sono state registrate nelle loro azioni abituali per 90 minuti
- i piccoli avevano 14 mesi
- i ricercatori hanno monitorato quante volte i genitori li lodassero
- i bambini sono stati riesaminati a 7 e 8 anni
- i piccoli con una mentalità di sviluppo erano più inclini ad accettare le sfide
Risultati
I risultati di questi studi hanno portato Carol Dweck a considerare che:
- i bambini con una mentalità fissa credono di essere bloccati con l’intelligenza con cui sono nati. Quando falliscono si sentono in trappola. Evitano le sfide per non sfigurare.
- i bambini con una mentalità di sviluppo pensano che l’intelligenza possa essere coltivata e che più imparano e più intelligenti diventeranno. Perseverano quindi anche nei compiti difficili.
Unimamme e voi avete mai riscontato questo atteggiamento nei vostri figli? Cosa fate per stimolarli?