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“Ho fatto un grande errore!”: 6 consigli di un’ex insegnante pentita

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Maria Sole Bosaia

Cari unigenitori, oggi vorremmo parlarvi dell’esperienza di un’insegnante che ritiene di aver capito un po’ troppo tardi quello che avrebbe dovuto fare fin dall’inizio coi suoi alunni.

Spesso gli studenti vengono giudicati come disattenti, svogliati, poco interessati alle lezioni, senza risalire alle cause che possono aver indotto questi atteggiamenti.

A capire come intervenire è stata una professoressa, che ha scritto una lettera.

“Ho aspettato 14 anni per fare qualcosa che avrei dovuto fare il primo anno di insegnamento”: scrive una professoressa

Ho commesso un errore ha scritto una professoressa in una lettera.

Dopo aver insegnato alle scuole superiori per oltre 14 anni, questa ex insegnante è divenuta ora Coach per l’apprendimento, ossia interfacciandosi con professori e amministrazione della scuola deve indicare loro come migliorare il rendimento degli studenti. Per questo motivo ha dovuto seguire per 2 giorni 2 studenti del 2° e del 4° anno, tornando ad essere lei stessa una studente.

Dopo aver provato la routine dei suoi stessi studenti, tale professoressa ha dapprima individuato i principali problemi:

  • gli studenti stanno seduti tutto il giorno e stare seduti è stancante
  • gli studenti siedono passivamente ascoltando per circa il 90% del tempo
  • i professori hanno a volte poca pazienza e poca empatia quando i ragazzi fanno domande

e poi ne ha tratto alcuni suggerimenti che vogliamo condividere con voi:

1- rendere obbligatorio qualche esercizio di stretching a metà dell’ora di lezione

2- far fare un minimo di movimento ai ragazzi, come ad es. mettere un canestro sul retro della porta ed invitare i ragazzi a fare 2 tiri all’inizio e dopo la lezione

3- tenere lezioni più attive in cui i ragazzi possano, dopo aver ascoltato, dire la loro, o aggiungere nozioni e idee magari divisi in gruppi

4- fissare un timer per la durata del discorso del professore, quando è finito non sarà più possibile aggiungere altro, questo per non caricare di troppe nozioni gli alunni

5- iniziare le lezioni con domande generali degli alunni o dubbi sulla lezione precedente, magari scriverle tutte su una lavagna e poi chiedere agli alunni divisi a piccoli gruppi di scegliere quali affrontare

6- non cedere al sarcasmo, e avere pazienza e amore: certo non è semplice non roteare gli occhi alla quinta o sesta volta che si deve rispiegare un concetto, ma se si usa il sarcasmo con gli alunni difficilmente faranno altre domande, temendo di essere presi in giro. La pazienza è necessaria se si vuole instaurare un buon rapporto con gli alunni. Le loro domande altro non sono che una richiesta per imparare di più e meglio, non si può non rispondere con amore!

In questa lunga carrellata di suggerimenti, questa professoressa sottolinea che impegno, empatia e pazienza possono molto nella costruzione di un rapporto solido e proficuo con gli studenti.

La sua è l’idea di una scuola che non abbia studenti passivi ed annoiati ad ascoltare le lezioni dei professori, ma persone attive che, correttamente stimolate, possano tirar fuori il meglio di sé.

Unimamme pensate che questo possa essere un problema anche dei vostri figli? Se potesse servire, ve la sentireste di parlare con i professori/maestri sottoponendo loro tali conclusioni?

Dite la vostra se vi va.

(Fonte: Blog di Grant Wiggins)

Maria Sole Bosaia

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