Ultimamente vi abbiamo parlato spesso di casi giudiziari. La storia della donna violentata dal marito ubriaco al al quale la Cassazione ha concesso attenuanti allo stupro ci ha colpiti non poco. Oggi non possiamo non dar spazio a questo caso che tratta ancora di giustizia e purtroppo ancora di violenza.
Accade in Italia. Un uomo scompare per anni dalla vita del figlio con la sua serie di denunce alle spalle per abusi e maltrattamenti a danno della moglie, ma un giorno decide ritornare e di rifare il padre, così prova legalmente a riprendersi il figlio.
La sua ultima condanna in corte d’Appello è recente. Dopo una serie di maltrattamenti e denunce, viene condannato per le violenze inflitte sulla moglie: 6 mesi da scontare per averle rotto due costole, più un risarcimento in denaro.
Per il figlio non ha mai pagato nessun mantenimento e dopo anni di lontananza prende la decisione di iniziare la sua battaglia legale per avere riconosciuti “i suoi diritti” di genitore sul figlio.
Il piccolo che chiameremo Marco, spettatore e vittima di questo passato di abusi oggi ha 9 anni e si rifiuta di vederlo e di passare del tempo con quell’uomo protagonista e causa di tanto dolore per lui e la mamma, ma lui non cede: “farò di tutto per togliertelo, lo preferisco in un orfanotrofio che con te“.
Una storia che viene da Firenze. Marco e la madre, vivono in un quartiere popolare con una pensione di invalidità. Nonostante l’uomo sia stato tante volte denunciato ed anche condannato, sia per i maltrattamenti che per non aver pagato gli alimenti, il tribunale ha stabilito che ogni sabato pomeriggio possa vedere il figlio, seppur sotto l’occhio dei servizi sociali. Il giudice ha stabilito che il bambino va tutelato e quindi deve essergli garantito il diritto ad avere rapporti con entrambi i genitori.
Ma Marco non ne vuole proprio sapere di incontrare quell’uomo ed ogni sabato pomeriggio, da 1 anno e mezzo, deve essere convinto a restare, perchè l’istinto è di scappare e tenta sempre di fuggire. Questo il racconto della mamma: “Ogni volta è una violenza insopportabile, è successo anche che l’abbiano trascinato dentro di peso, contro la sua volontà“.
Lo psicologo che segue il piccolo sostiene che le relazioni tra padre e figlio sono condizionate dalla donna la quale sostiene invece che si stiano riversando su di lei le responsabilità e teme che per questo il suo bambino le possa essere portato via.
Ignazio Virgilio, l’avvocato che assiste la madre, ha presentato un ricorso al tribunale sostenendo che il bambino è traumatizzato dagli incontri col padre e chiede quantomeno la sostituzione degli assistenti sociali , ritenuti non idonei.
La donna stanca vuole ora soltanto una cosa, che lei ed il figlio, dopo anni di maltrattamenti subiti ed anche riconosciuti da sentenze, non siano ancora oggetto di violenza e che siano lasciati in pace.
Voi Unimamme cosa ne pensate?
(fonte: corriere.it)
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