Unimamme, oggi vogliamo raccontarvi la storia di Brittany Maynard, una ventinovenne americana che ha deciso di porre fine alla sua vita tra due settimane.
Fino a poco tempo fa la sua esistenza scorreva tranquilla, sposata da un anno, lei e suo marito Dan progettavano di mettere su famiglia come molte altre coppie della loro età. Al ritorno da una vacanza però la donna ha cominciato ad accusare lancinanti mal di testa e, dopo essere stata visitata, ha ricevuto una tremenda diagnosi: Brittany aveva un tumore al cervello.
Da lì la sua esistenza è diventata un calvario tra visite, degenze, ecc…Nove mesi dopo la diagnosi le è stata effettuata una craniotomia e una resezione parziale del lobo temporale.
Infine, in aprile il tumore è tornato e i medici le hanno detto che le restavano solo sei mesi di vita che lei avrebbe dovuto spendere tra radiazioni al cuoio capelluto, con dolorosissime conseguenze, farmaci, ecc..
La qualità della sua vita non sarebbe più stata la stessa, e se anche avesse optato per cure paliative, sarebbe diventata dipendente da morfina, con perdita delle sue capacità cognitive e dell’indipendenza motoria. Infine anche la sua personalità sarebbe cambiata. Il suo futuro si annunciava un lungo tormento per poi finire in un ricovero per settimane, con i suoi cari ad assistere al suo declino.
Così Brittany ha cominciato a pensare a un modo dignitoso di morire. Si è dunque rivolta a un’associazione che, il 1 novembre, le consentirà di morire serenamente, semplicemente prendendo una medicina che le ha prescritto il medico. Si tratta di un’opzione rivolta a persone mentalmente capaci che hanno una diagnosi di al massimo 6 mesi di vita.
Per fare tutto questo Brittany si è dovuta trasferire dalla California all’Oregon perché in quello stato, e solo in altri 4, è possibile avere questo tipo di assistenza. Brittany ci tiene a sottolineare che non si sta suicidando: “io vorrei vivere, ma il mio corpo sta morendo e voglio farlo alle mie condizioni”.
“La mia domanda è: chi ha il diritto di dirmi che non merito di poter scegliere? Che merito di soffrire in uno stato di profondo dolore fisico e psicologico? Perché qualcuno dovrebbe scegliere per me” si domanda Brittany.
Ora che ha preso la sua decisione Brittany si sente sollevata, in pace, soprattutto rispetto ai mesi precedenti fatti di ansia e paura.
“Ora posso guardare con gioia ai giorni che mi rimangono da vivere sulla Terra, per cercare felicità e amore e immergermi nella natura che amo tanto” prosegue Brittany.
L’ultimo pensiero è per i suoi cari: “Morirò nel mio letto con mio marito, mia madre, il mio fratellastro e il mio migliore amico al mio fianco. Non potrei mai immaginare di rubare a qualcun altro questa scelta”.
La madre ha dichiarato che sarebbe onorata di prendersi cura della figlia, ma capisce il desiderio non egoista delle figlia, di non volerli vedere piu’ soffrire per lei.
Anche il marito Dan ora ha accettato la decisione della moglie, anche se all’inizio non è stato facile. “Tra soffrire e essere in grado di decidere che ora è abbastanza mi solleva sapere di avere l’opzione se e quando decideremo, o lei deciderà che è giunto il momento“.
Brittanny ha inoltre deciso di prestare il suo nome e la sua storia per sostenere i diritti delle persone che come lei sono malati terminali, non di suicidarsi, perchè per loro non si tratta di questo, nel loro caso è il male che li sta uccidendo, ma di avere la possibilità di farlo con meno sofferenza soprattutto per le persone vicine. Nel video che segue spiega tutto questo.
Unimamme, questa storia certamente ci fa riflettere su molti argomenti forti: sulla vita, su cosa significhi morire con dignità e sulla scelta di una donna che va rispettata.
Voi cosa ne pensate? Cosa avreste fatto al suo posto?
Dite la vostra se vi va.
(Fonte: Nydailynews)
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