A volte leggiamo di notizie che sembrano scritte apposta per fare scandalo. Fatti che idealmente sono talmente irrealistici ed impossibili da non sembrare veri, salvo poi scoprire che appartengono purtroppo a vicende realmente accadute.
Questa volta protagonista è la scuola, quel luogo talmente importante per la crescita dei nostri figli ed al quale ogni mamma guarda con accurata attenzione.
Accade a Scarmagno, dove due maestre di una scuola elementare sono state sospese dopo l’accusa di alcuni genitori che non hanno assolutamente condiviso la metodologia educativa e di insegnamento adottata dalle due insegnanti.
I genitori, preoccupati dal racconto dei bambini di ritorno da scuola, hanno deciso di intervenire. La procura di Ivrea ha così avviato un’inchiesta e filmato le lezioni in classe per verificare le coincidenze e verità nel racconto dei piccoli. Così la scorsa primavera cominciano le registrazioni che non lascerebbero dubbi sull’effettivo comportamento tenuto in classe dalle insegnanti.
Molte delle immagini registrate rivelerebbero modus operandi poco condivisibili. Dai temi trattati in classe, davvero poco consoni, agli argomenti assurdi su cui sviluppare i compiti, e su tutti questo: “Vorresti che morisse prima la mamma o il papà?“
Non solo preferenze su chi vorrebbero morisse prima ma anche temi sessuali. Una delle domande poste dalle maestre durante il periodo di monitoraggio è stata: “Il sesso è quando i vostri papà si fermano per strada con le prostitute di colore o quando le vostre mamme fanno l’amore con altri uomini“.
E poi battute varie su argomenti non certamente da programma ministeriale ed atteggiamenti assolutamente fuori luogo, come farsi massaggiare il collo dai bambini.
Dopo le indagini le maestre sono state sospese in via cautelativa, il provvedimento è stato deciso dall’ufficio legale del provveditorato. Alle donne sarà data l’opportunità di dare le proprie spiegazioni come è previsto dall’iter disciplinare avviato da questa sospensione. L’inchiesta penale condotta dalla procura di Ivrea però va in direzione opposta, verso l’archiviazione; il pubblico ministero Chiara Molinari ha chiesto al gip l’archiviazione, perchè non ci sarebbero gli elementi sufficienti per una incriminazione per maltrattamenti.
E mentre in questo caso le decisioni del provveditorato potrebbero anche non coincidere necessariamente con quelle del giudice, dopo la storia della madre condannata per aver dato del maniaco allo stupratore della figlia, e dopo il riconoscimento di attenuanti nei casi di stupro, non possiamo che lanciarvi una nuova domanda basata su questo caso riportato da Repubblica e che riguarda ancora il senso di giustizia in Italia.
Care Unimamme, mandereste i vostri figli nella stessa scuola se alle maestre venissero imputati ed accertati fatti come quelli sopra?
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