Care mamma pochi giorni fa vi abbiamo parlato del bonus bebè 2015, cioè dell’annuncio fatto dal Premier Renzi in merito al riconoscimento del contributo di maternità 2015 e che ha fatto molto discutere. Tra i diversi commenti scaturiti dal dibattito della notizia ne è emerso uno, quello di Manuela Campitelli, 32 anni, giornalista, precaria, mamma.
A riportarla ilFattoquotidiano, per cui Manuela scrive. Ecco le sue parole, spunto per molte riflessioni non solo da mamma.
“Caro Premier Renzi,
sono una giovane mamma, oltre a questo gestisco un blog che si chiama www.genitoriprecari.it, e per quanto mi riguarda i miei 80 euro te li puoi tenere. Apprezzo lo sforzo, ma le riforme sociali sono ben altre e non si misurano sulla base di spiccioli, regali in busta paga (sempre che una neo mamma una busta paga ce l’abbia), bonus bebè, graduatorie della povertà. Le riforme sociali si misurano sulla base di politiche pianificate, continuative e a lungo termine, che il governo dovrebbe mettere in campo per garantire ai genitori precari il diritto all’esistenza. Perché vedi, Renzi, siamo animali in estinzione.“
La lettera poi continua ribaltando il punto di vista. A cosa ed a chi risponde il bonus di 80 euro. Descrivendo il suo punto di vista e la distanza tra l’azione della politica ed il raffronto con la realtà.
“Chiariamoci quindi sul punto di domanda, se la domanda è: “vi fanno comodo 80 euro per tre anni?” la risposta non può che essere sì. Ma se la domanda diventa: “sono queste le riforme sociali che ti aspetti?” la risposta è no.
E’ la stessa differenza che c’è tra la forma e la sostanza. La forma sono i regali in busta paga, la sostanza sono le politiche di welfare e sostengo alla genitorialità. La forma sono gli annunci, la sostanza sono le riforme tedesche che prevedono un posto all’asilo per ogni nuovo nato, con la possibilità per i genitori di fare causa al Comune di residenza nel caso in cui il bimbo sia rimasto escluso. La forma sono gli 80 euro alle neo mamme, la sostanza sono i 300 che pagano per un nido privato.”
“Caro Premier, il mio consiglio è quello di andarsi a leggere due rapporti stilati da Save the Children: il primo è “ Mamme nella crisi“, il secondo è “l’Atlante dell’infanzia a rischio“. I numeri parlano, ma soprattutto indicano una relazione netta tra l’impoverimento delle madri e quello dei bambini. Questa connessione tra i due fenomeni non può essere sottovalutata, anche perché dai due ne consegue un terzo: la decrescita economica del paese. Allora, la domanda è: a parte gli 80 euro, quali azioni vuole mettere in campo il governo per la crescita economica e sociale del paese, quella che va oltre la culla ma ci passa attraverso?
Per tutti questi motivi, caro Renzi, non te la prendere a male, ma per quel che mi riguarda, i miei 80 euro te li restituisco, da qui ai prossimi tre anni. Quello che ti chiedo in cambio, sono servizi, asili, maternità riconosciute, parità di genere, diritto alla genitorialità, diritto all’abitare, diritto al lavoro e all’esistenza.
Per farlo hai tempo da qui ai prossimi tre anni e puoi utilizzare anche i miei 80 euro.”
Una lettera a cuore, ma soprattutto a “mente” aperta. Manuela Campitelli ha fatto vivere in queste poche battute uno dei significati dell’essere madre oggi. Abbiamo voluto riprendere le sue parole, il suo pensiero lucido su di un tema così delicato. Una risposta pratica, più che una critica una proposta.
Voi care Unimamme, cosa ne pensate. Quale degli aspetti toccati da questa mamma è più urgente affrontare?
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