Unimamme a volte la tecnologia, anche senza volerlo, riesce a cambiare la vita delle persone.
Siri, l’assistente vocale della Apple, sta aiutando un ragazzo autistico ad avere un rapporto migliore con la madre: Judith Newman, giornalista presso il New York Times, nonché scrittrice residente a Manhattan.
A un certo punto la donna ha notato che il figlio Gus aveva cominciato a dialogare con Siri, ottenendo in cambio ascolto e soddisfazione, tanto da iniziare a modificare il proprio modo di comunicare, diventando più gentile e meno difficile.
La Newman racconta così la scoperta del figlio: “Gus non aveva mai notato Siri, ma quando ha scoperto che c’era qualcuno che non solo trovava le informazioni sulle sue varie ossessioni come treni, aeroplani, ecc… ma realmente ingaggiava una semi-discussione sulle stesse tematiche, è rimasto rapito”.
La donna ora si fa aiutare da Siri a rispondere alle migliaia di domande del figlio, secondo lei questo strumento incoraggia addirittura il linguaggio educato.
In America non è solo la Newman ad aver scoperto le potenzialità di Siri. Un genitore della Learning Spring, una scuola per bambini autistici racconta così la sua esperienza: “mio figlio ama ottenere le informazioni sulle cose che gli interessano, ma soprattutto ama il senso dell’assurdo – per esempio quando Siri non lo capisce e gli dà una risposta senza senso, o quando lui fa domande personali che sollecitano risposte divertenti.”
I creatori di Siri assicurano che molto presto questa tecnologia riuscirà a intrattenere conversazioni ancora più complesse, nel frattempo chiacchierare con un robot intelligente potrebbe aiutare queste persone a sviluppare un contatto col mondo esterno. E la conferma ci era venuta anche da un’altro caso, quello relativo a Kaspar, il robot che nel Regno Unito sta aiutando i bambini autistici a relazionarsi.
Unimamme, e vo che ne pensate di come la tecnologia può aiutare i piccoli autistici?
Dite la vostra!
Fonte: Huffington Post
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