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Categoria News

Congedo parentale: e se al figlio ci pensa il papà?

Published by
Francesca Nicoletti

Fino a qualche tempo fa il congedo parentale, ovvero la possibilità per i genitori – naturali, adottivi o affidatatri – di astenersi dal lavoro durante i primi 8 anni del bambino, era prerogativa esclusiva della mamma ma dal 1° gennaio del 2013 qualcosa è cambiato poiché gli stessi permessi possono essere, indistintamente, fruiti da entrambi i genitori. La Svezia, Nazione sempre all’avanguardia, ha fatto da apripista a questa metodologia sempre più apprezzata dai papà.

Congedo parentale, tutto quello che c’è da sapere

Per quanto riguarda i genitori naturali c’è la possibilità di astenersi dal lavoro fino al compimento dell’8° compleanno del figlio, mentre per i genitori adottivi o affidatari questa possibilità viene concessa per i primi 8 anni dall’arrivo del minore in famiglia e cessa, sempre e comunque, al compimento del 18° anno di età.

Da una recente statistica si riscontra che in Italia molte donne lasciano il proprio lavoro per accudire i propri figli

  • ben il 40%, ovvero 4 donne su 10,
  • ucontro un misero 6,9% dei padri

un vero e proprio dislivello considerato che entrambi sono i genitori del bimbo. Per fortuna, però, questa è una tendenza che sta subendo delle modifiche poiché sempre più mamme vogliono dedicarsi a lavori extra domestici e, di contro, sempre più papà vogliono prendersi cura degli stessi.

Per informare tutti quei papà che vorrebbero essere più presenti nella vita dei loro figli la Regione Emilia-Romagna, grazie ai finanziamenti del Dipartimento delle Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha lanciato una campagna dedicata a loro, “Oggi ci pensa papà”, per informarli proprio riguardo al congedo parentale.

Il congedo, in realtà, è di due specie diverse:

  • obbligatorio e
  • facoltativo

conosciamone le differenze.

Congedo obbligatorio

Per i lavoratori dipendenti nel settore privato è previsto un giorno retribuito e coperto da contributi previdenziali da utilizzare entro i primi 5 mesi di vita nel figlio.
Per poterne usufruire è necessario che se ne faccia comunicazione scritta al proprio datore di lavoro con almeno 15 giorni di anticipo.

Congedo facoltativo

Sempre per i dipendenti del settore privato, oltre al giorno di cui sopra, sono previsti fino a 2 giorni di congedo facoltativo, retribuito e coperto da contributi previdenziali, da consumare sempre entro i 5 mesi di vita del bambino, basta che non coincidano con gli stessi giorni di congedo della mamma.
Per potere utilizzare i giorni di congedo facoltativo bisogna farne comunicazione scritta al proprio datore di lavoro con almeno 15 giorni di anticipo, e, in aggiunta, anche una rinuncia al congedo per le stesse giornate scelte dalla mamma da mandare ad entrambi i datori di lavoro.

E voi unimamme cosa ne pensate di questa novità? Siete a favore o contro all’estensione del congedo parentale ai papà? Io ritengo, addirittura, che siano pochi i giorni concessi loro.

(Fonte: Regione Emilia Romagna)

Francesca Nicoletti

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