Unimamme, non si parla mai abbastanza di una malattia che colpisce tantissimi bambini ogni anno: il cancro.
La mamma di Natalie, una bimba affetta da leucemia, come la mamma di Joey, ha deciso di narrare la sua storia e quella di sua figlia.
Tutto è cominciato quando la piccola ha avuto un po’ di febbre, accompagnata da lividi sulle gambe e sanguinamento dal naso, racconta questa mamma.
Tre giorni dopo il primo sintomo il marito di Andrea ha portato la piccola dal pediatra che però ha diagnosticato un virus estivo. La notte successiva però Andrea ha notato dei lividi sulle gambe della bambina e un occhio un po’ arrossato.
Purtroppo, la diagnosi al pronto soccorso avrebbe cambiato la famiglia di Natalie: si trattava di leucemia, come riportato su Today.
Molte persone pensano che la leucemia infantile sia rara, ma non è così. Secondo il National Cancer Institute questa è la principale causa di morte tra bambini e adolescenti negli Usa. Esistono 12 diversi tipi principali di cancro pediatrico e le cifre sono impressionanti:
Le famiglie, naturalmente, nutrono la speranza che presto qualcuno scoprirà una cura, ma nel frattempo ci sono altri obiettivi più a portata di mano e accessibili:
Per realizzare tutto ciò e rendere questo difficile momento più sostenibile ai piccoli e alle loro famiglie c’è bisogno di fondi.
In America infatti la ricerca sul cancro infantile riceve solo il 4% dei fondi, mentre la FDA ha approvato solo 1 farmaco specifico per i tumori infantili. Infatti, la metà delle chemioterapie utilizzate sui bambini hanno piu’ di 25 anni e la maggior parte derivano dai trattamenti utilizzati per gli adulti.
La piccola Natalie ora è in remissione ma è importante tenere alta l’allerta e diffondere la consapevolezza.
Ottobre, per esempio, tutti sanno che è il mese dedicato al Cancro al seno e che il fiocco rosa è il simbolo, ma Settembre è il mese dedicato alla Consapevolezza sul Cancro Pediatrico e il colore associato è l’oro, ma in quanti lo sanno?
Andrea invita tutti a condividere le iniziative sui social network, partecipare alle raccolte di fondi e agli eventi, anche coi propri figli.
“Se educhiamo ora i nostri figli, tra 20 o 30 anni questo potrebbe avere un forte impatto. Magari qualcuno troverà una cura“ riferisce Andrea.
E voi unimamme cosa ne pensate di questo appello?
Noi vi lasciamo con la storia di un bimbo guarito dal cancro grazie a un’arma segreta.
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