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Come smettere di avere un rapporto “tossico” coi figli: 10 ottimi consigli

Published by
Maria Sole Bosaia

 

Unimamme, essere respinti dai propri figli può diventare una delle esperienze più drammatiche nella vita di un genitore, come sentirsi dire di essere “tossici”.

Rompere coi figli: una dolorosa esperienza per i genitori

Si tratta di un ferita profonda che prevede incerte riconciliazioni, sappiamo che nessun genitore è perfetto e che tutti commettiamo degli errori, purtroppo in alcuni casi le ferite sono così profonde che i rimorsi per una rottura con i vostri figli potrebbero perseguitarvi per tutta la vita.

Ecco che Goood Men Project, tramite l’esperto di relazioni Thomas Fiffer ci viene incontro per affrontare le difficoltà ed evitare che si arrivi a situazioni estreme:

  • Siate persone adulte: dunque agite come tali. Dopo aver litigato tendete un ramoscello d’ulivo, rompete il silenzio. Potreste anche avere ragione, ma se per voi essere genitori consiste nell’avere ragione allora vi state alienando vostro figlio. Utilizzate i vantaggi della maturità per il bene. Fate un passo indietro ed elaborate. Intervenite con determinazione per rimettere le cose a posto tra voi due. I bambini ricorderanno non l’esito di una battaglia, ma come li avete fatti sentire.
  • Non patologizzate i vostri figli per coprire le vostre carenze genitoriali: non etichettate un bimbo con una diagnosi (es. ADHD o disturbo della personalità) per mascherare un problema che dipende da voi, caricherete il vostro bambino di un peso di piombo che sarà felice di togliersi appena diventato adulto. La stessa cosa vale per i comportamenti indesiderati da non imputare alla genetica (sottindendendo che ha ripreso dal partner). Una cosa è essere realistici davanti a trattamenti e condizioni, un’altra è indottrinare vostro figlio con l’inevitabilità di una vita triste dovuta a delle mancanze solo per evitare di ammettere i vostri fallimenti.
  • Non fare diventare i loro drammi i vostri drammi: sia che il vostro piccolo diventi un campione di basket, sia che attraversi un momento di depressione ricordatevi sempre che è una persona diversa da voi che sta affrontando tutto questo. Certo voi proverete gioia o tristezza a seconda delle situazioni in cui si troveranno i vostri figli, ma non lasciate che tutti i loro sentimenti si riversino su di voi.
  • Comprendete la differenza tra criticare e correggere: i bambini hanno bisogno di una guida. Per molti disciplina, autocontrollo e sane abitudini non vengono naturali, devono impararle. Insegnate ai vostri figli un’etica del lavoro e aiutateli a sviluppare le loro competenze accademiche. Sfide ed obiettivi motivano le persone, gli insulti li demoralizzano e convincono a mollare.
  • Imparare l’impulso del controllo: noi tutti perdiamo il controllo, tutti urliamo. A volte perdiamo la pazienza quando i figli fanno cose molto fastidiose o schiacciano “bottoni” molto sensibili. In queste occasioni ci sentiamo inascoltati, feriti e tendiamo a lasciarci andare a parole dure, punizioni severe, anche fisiche. Imparare a controllare le nostre reazioni avrà un effetto benefico sui vostri figli, dandogli un modello giusto di comportamento e vi aiuterà ad evitare cose di cui poi vi pentirete.
  • Ricordate che i bambini sono vulnerabili: a volte ce ne dimentichiamo perché i piccoli piangono, poi smettono, magari tengono il muso ma dopo un po’ sembra tutto passato come se niente fosse. Purtroppo non è così, se stanno integrando esperienze dolorose questo li sta cambiando e se non le affrontano perché sono troppo strazianti allora avranno davanti anni di terapia. I bambini non vi diranno che i loro sentimenti per voi sono cambiati nel momento in cui state perdendo il loro rispetto o mettendo in pericolo il loro amore per voi. Non sono nemmeno consapevoli del punto di rottura, ma anche loro li hanno.
  • Evitate l’uso di colpa e vergogna come conseguenze: senso di colpa e vergogna sono la mazza e la motosega della genitorialità. Non piagnucolate sul vostro amor proprio ferito se vostro figlio non vuole preparare i biscotti o venire alla partita con voi. Non minacciate che avverranno cose orribili, come cadere in povertà se i vostri figli non migliorano i loro voti. Si tratta di un comportamento incendiario e inutile. Indebolisce la fiducia e la sicurezza in se stessi dei vostri bambini.
  • Non soffocateli e infantilizzateli, favorite l’autosufficienza: a tutti i genitori piace fare cose che rendono i nostri piccoli felici e spianano loro la strada verso il successo. Ma c’è una differenza tra aiutarli, assisterli e “imboccarli”. Non permettete che il vostro bisogno di sentirvi necessari interferisca con la loro crescita, con la loro necessità di diventare autosufficienti.
  • Modellate una risoluzione dei conflitti in accordo con il vostro partner: il tipo di relazione che avete con il vostro partner influenza le capacità del bambino di stabilire rapporti al di fuori dell’ambiente domestico. Si crea un doppio legame: il piccolo cresce giurando di non avere il tipo di relazione che avete con il compagno o compagna, ma nel contempo manca degli strumenti necessari per evitarla. Se siete in difficoltà chiedete aiuto. Date ai vostri figli l’esempio di come si risolvono i problemi: ovvero affrontandoli.
  • Praticare la cura di sé: molti dei nostri momenti peggiori si verificano quando siamo stanchi, malati, stressati. Prendetevi cura di voi stessi, mantenete buone abitudini alimentari, fate esercizio, uscite, fate cose che vi piacciono. Questo impedirà si risentirvi nei confronti dei vostri figli per i sacrifici che fate per loro.

Unimamme, diteci la vostra se volete.

Vi lasciamo con 10 consigli sulla genitorialità positiva.

Maria Sole Bosaia

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