Care unimamme, oggi festeggiamo Giordano. Questo può quindi essere considerato tra quei nomi ispirati da fiumi come Sabrina e Nilo. Deriva dall’ebraico “Yarden” che significa “scendere, scorrere“. Alcune fonti danno però il nome etimologicamente composto da due termini “jehor“, e cioè ruscello e “dan“, nome di una antica città biblica, stando a questa origine il suo significato potrebbe essere tradotto in “che scorre presso Dan“
Chi porta questo nome è una persona molto ligia ai doveri ed alle regole. La sua rettitudine è davvero ammirevole ma a volte rischia di trasformarsi in rigidità. Ha un carattere molto serio e per questo trova difficile affrontare le cose con leggerezza e serenità. La sua indole non gli permette di trovare facilmente un feeling con gli altri ma allo stesso tempo le persone di cui si circonda rappresentano per lui rapporti seri e fidati a cui dedicarsi.
Varianti del nome:
- Giodi
Simboli associati al nome
- numero: 2
- colore: blu
- pietra: smeraldo
- metallo: rame
Santo del giorno: San Giordano Ansalone
In questo giorno, 17 novembre, festeggiamo e ricordiamo la vita di San Giordano Ansalone, domenicano martire.
Nato il 1° novembre 1598 a Santo Stefano Quisquina, nell’attuale provincia di Agrigento, viene chiamato dai genitori Giacinto. Tiene il suo nome di nascita fino ai 17 anni, all’entrata nel convento domenicano di Agrigento, per acquisire quello di Fra Giordano.
Inizia gli studi a Palermo e poi li prosegue in Spagna, a Salamanca, ma il suo chiodo fisso è sempre stato quello di andare missionario in Giappone. Ordinato sacerdote a Trujillo, raggiunge a piedi Siviglia, ha 27 anni, un grande ardore e coraggio da vendere.
Giordano dedica gran parte della sua vita alle missioni. Nel 1625 parte da Siviglia e raggiunge il Messico. Trascorso un anno decide di attraversare il Pacifico e dirigersi verso le Isole Filippine. Le raggiunge nel 1626 trascorrendo due anni tra i Filippini, a Cagayan, nel nord dell’isola di Luzon. Dopo questo lungo periodo vive tra i Cinesi d’una colonia del sobborgo di Binondo, a Manila, nella Parrocchia e all’Ospedale S. Gabriele. Attraverso questa formativa e profonda esperienza studia a fondo la lingua, la mentalità e i costumi dei Cinesi, e si dimostra vero antesignano d’inculturazione e precorritore del dialogo con i non credenti.
Nel 1632, mentre infuria la persecuzione, si traveste da mercante e si reca in Giappone ma li si ammala gravemente. Nonostante la guarigione non sfugge però alla morte. Viene imprigionato il 4 agosto 1634 e sottoposto a inaudite torture.
La caratteristica di questo epilogo della sua vita fu il fatto che il suo martirio non sembra essere stato affatto casuale o sfortunato ma al contrario fu davvero pensato, voluto, quasi cercato. L’ottica il cui Giordano ha vissuto questa esperienza finale della sua vita fu di totale donazione totale e piena configurazione a Gesù, che proprio sulla croce aveva dimostrato la grandezza e la totalità del suo amore per gli uomini.
Care Unimamme vi piace questo bel nome? Vi ha appassionato la storia di questo frate missionario che dalla Sicilia ha raggiunto e conosciuto così tante culture?