I+feti+ci+ascoltano+e+soprattutto+ricordano%2C+la+scienza+lo+dimostra
universomammait
/2014/11/18/i-feti-ci-ascoltano-e-soprattutto-ricordano-un-nuovo-studio/amp/

I feti ci ascoltano e soprattutto ricordano, la scienza lo dimostra

Published by
Maria Sole Bosaia

 

 

Unimamme la scienza continua a fare passi avanti nella ricerca sui neonati e sulle loro potenzialità.

Un recente studio, per esempio, ha dimostrato che i piccoli esposti a suoni specifici quando erano ancora nel grembo materno ne conservano un ricordo dopo la nascita.

La ricerca, condotta da Eino Partanen dell’Istituto di Scienze comportamentali dell’Università di Helsinki, suggerisce che i suoi percepiti nell’utero possano influenzare il successivo sviluppo del cervello.

Il feto ascolta e poi ricorda: una ricerca

Innanzitutto bisogna chiarire che i feti umani sono capaci di avvertire i suoni già alla 27° settimana di gestazione. Si tratta di un momento importante perché così riorganizzano la corteggia uditiva fetale e lo sviluppo del sistema nervoso.

Ecco come si è svolta questa ricerca Le Scienzesi cui si parla su :

  • è stato arruolato un campione di 33 donne alla 29° settimana che sono state seguite fino alla nascita dei bimbi
  • metà delle partecipanti hanno ascoltato, diverse volte la settimana, brevi registrazioni della parola “tatata” ripetuta centinaia di volte, occasionalmente cambiata con “tatota” o pronunciata con un accento diverso
  • dopo la nascita gli scienziati hanno monitorato le rispose neurali dei piccoli  mentre ascoltavano le stesse parole o varianti confrontandole con quelle dei neonati che non erano stati esposti a tutto ciò
  • i tracciati hanno evidenziato che i bambini esposti alle parole prima della nascita ne conservavano il ricordo

Risultati dello studio

I risultati di questo studio dimostrano che i bebè esposti a queste “pseudoparole” ne conservavano un ricordo dopo la nascita.

Si tratta di una scoperta importante perché testimonia che il cervello umano è capace di apprendere anche in questa fase e può conservare tracce neurali importati per il successivo sviluppo del linguaggio.

Tutto ciò, secondo gli scienziati, potrebbe aiutare i medici a pensare a nuovi approcci terapeutici e di prevenzione dei deficit del linguaggio.

Unimamme, non trovate anche voi estremamente utile quest’ultima scoperta? Se poi voleste sapere se il linguaggio è innato o meno provate a leggere uno dei nostri articoli.

E dite la vostra se vi va.

Noi vi lasciamo con alcune immagini di un feto che reagisce alle carezze della mamma.

 

 

Maria Sole Bosaia

Recent Posts

  • Attualità

Tale mamma, tale figlia (e tale nonna): Heidi Klum posa con figlia Leni (e mamma Erna)

Le donne di casa Klum si prestano come testimonial per Intimissimi: da nonna Erna a…

2 settimane fa
  • Famiglia

Nomi per gemelli: questi sono i più belli / evocativi che potete scegliere

Come scegliere i nomi per gemelli: una guida pratica per i genitori che stanno per…

2 settimane fa
  • Attualità

Raffaella Fico orgogliosa della figlia, campionessa a 12 anni: che Pia abbia preso da papà?

Che Pia Fico Balotelli abbia preso dal padre Mario, attualmente attaccante del Genoa? La sua…

2 settimane fa
  • Famiglia

I telegiornali non sono per bambini | Una guida per introdurre i più piccoli alle news

Introduzione al mondo delle notizie per i bambini: come fare a mostrare loro il mondo,…

3 settimane fa
  • Gravidanza settimana per settimana

Gravidanza e maternità a rischio: come funziona e chi può ottenerla?

In base al tipo di lavoro che fate (o allo stato della gravidanza) potreste dovere…

3 settimane fa
  • Famiglia

Seggiolino in auto obbligatorio per i bambini: sì, ma fino a che età?

Seggiolino in auto obbligatorio per i bambini: ecco cosa dice il Codice della Strada (e…

3 settimane fa