Unimamme oggi indaghiamo su come agisce il cervello dei nostri piccoli, gli scienziati infatti hanno aggiunto un nuovo, interessante tassello allo studio del modo in cui pensano i neonati.
Tre psicologi della Harvard University hanno scoperto che già a tre mesi, i neonati si aspettano che le persone, quando eseguono un’azione, utilizzino i movimenti più efficaci per raggiungere uno scopo. Vediamo insieme come fanno.
Neonati e scopo delle azioni: uno studio
Per condurre le loro ricerche gli scienziati hanno proceduto nel seguente modo:
- hanno considerato un campione di bimbi di 3 mesi (un’età in cui i bambini non sono ancora in grado di afferrare oggetti)
- a una parte di bimbi sono stati messi dei guanti dotati, all’esterno, di una superficie di velcro in modo che potessero vivere l’esperienza di afferrare un oggetto vicino a loro senza barriere
- successivamente è stata mostrata loro una persona che raggiungeva un oggetto dietro a una barriera facendo movimenti diversi
- è stato poi il turno di una persona che raggiungeva un oggetto senza barriera facendo movimenti simili a quelli fatti con la barriera
- i piccoli dotati di guanti hanno evidenziato una maggiore attenzione quando la persona raggiungeva il suo obiettivo in modo inefficiente
- i piccoli non dotati di guanto invece non riuscivano a distinguere tra il raggiungimento efficiente di un oggetto e quello invece più inefficiente
Analisi dei risultati
Secondo Amy Skerry e i suoi colleghi si conferma così l’ipotesi che la capacità di comprendere azioni dirette a uno scopo compiute da un altro derivi dall’averle eseguite in prima persona quando i bambini sono ancora neonati.
D’altra parte però l’esperimento suggerisce anche che i piccoli comprendano le azioni dirette a uno scopo anche se non ne hanno ancora avuto un’esperienza diretta, e che quindi sia una capacità innata.
Unimamme e voi cosa ne pensate di queste affascinanti considerazioni? Noi vi consigliamo anche di dare un’occhiata all’articolo su come capire meglio i nostri neonati.
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Fonte: Le scienze.it