Unimamme che da decenni usate il microonde per riscaldare i vostri cibi, vi siete mai chieste se questo strumento sia veramente sicuro?
Secondo una ricerca condotta dagli scienziati di Bruxelles, i rischi ci sono, ma il loro studio, in modo particolare, solleva inquietanti interrogativi sulla nostra dipendenza da un gruppo di componenti chimici presenti in tutto ciò che usiamo, come per esempio:
Il problema non è niente affatto trascurabile perché si tratta di sostanze chimiche che alterano il nostro sistema endocrino che regola tutto ciò che fanno i nostri corpi, ovvero come:
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ci siano più di 800 sostanze chimiche diffuse in tutto il mondo, nei prodotti ma anche nell’ambiente e nella catena alimentare.
Secondo un rapporto dell’OMS pubblicato l’anno scorso e di cui si parla sul Daily Mail, ci sarebbe un legame tra l’ingestione e il contatto di queste sostanze chimiche e diverse malattie che ci colpiscono:
Secondo l’ Endocrine Society le principali vittime di queste sostanze sono i bimbi non ancora nati, la cui esposizione a tutto ciò ha degli effetti a lungo termine.
Uno studio canadese, per esempio, ha scoperto che l’esposizione del feto agli ftalati e al biosfenolo causa:
Un’indagine americana risalente a una decina di anni fa ha riscontrato presenza di ftalati nell’urina dei bambini e da allora l’Istituto Nazionale di Environmental Health Science raccomanda che i consumatori non dovrebbero riscaldare al microonde il cibo nei contenitori di plastica perché il calore fa sì che i prodotti chimici contenuti nella plastica fuoriescano.
Per quanto riguarda gli ftalati nonostante il divieto del loro utilizzo per i giocattoli dei bambini in Europa, essi sono ancora molto utilizzati tra cui lacca e tinture per i capelli.
Sempre la Endocrine Society assicura che quasi ogni persona sulla terra è stata esposta agli ftalati.
Nel 2010 la Commissione Europea ha avviato la raccolta di prove scientifiche per vietare completamente gli ftalati, ma ci sono stati molti ritardi e ostacoli.
Emerge che vietare completamente questi composti colpirebbe il settore chimico perché gli ftalati sono ovunque.
89 esperti si sono impuntati quindi per sollecitare la Commissione europea a portare avanti il proprio operato.
Ormai l’uso di queste sostanze è così ampio che si sono inserite anche nella catena alimentare grazie ai materiali in contatto con il cibo.
Davanti a questa situazione alcuni governi stanno perdendo la pazienza con i lavori della Commissione Europea. Il mese scorso i ministri dell’ambiente di Svezia, Danimarca, Belgio, Francia, Paesi Bassi, Germania, Austria e Norvegia hanno presentato una lettera alla Commissione europea per chiedere una riduzione dell’utilizzo delle sostanze nocive per il sistemo endocrino.
Etichettare una sostanza come potenzialmente pericolosa avrebbe però un forte impatto commerciale.
Sempre stando al rapporto di cui vi abbiamo parlato sopra sarebbero ben 800 le sostanze sospette di essere nocive per il sistema endocrino. In alcune di esse la concentrazione di ftalati e biosfenolo è regolamentata, ma la stragrande maggioranza non lo è.
Il guaio è che la maggior parte delle sostanze chimiche in circolazione non sono state testate in rapporto al loro impatto sugli ormoni.
Prove contro la pericolosità di queste sostanze si sono accumulate nel corso del tempo, tanto che negli ultimi 5 anni, in tutto il mondo sono stati prodotti 772 documenti relativi a questo problema.
La Danimarca, come accennavamo, è uno dei paesi più solerti nell’avvertire i propri concittadini della pericolosità di alcuni prodotti. Dunque ha messo in allerta le donne incinte riguardo:
Purtroppo queste nuove sostanze sono più insidiose di quelle di una volta, perché anche analizzandole attraverso test scientifici non si riesce a tracciare il confine in cui sono completamente innocue o pericolose.
L’industria della cosmesi poi è particolarmente interessata a questo dibattito. nel 2012 il governo danese ha chiesto alle aziende di smettere di usare 12 sostanze dannose. 58 aziende hanno risposto in modo positivo, ma altre, i cui brand sono molto noti, come la L’Oreal, non lo hanno fatto.
Mentre il dibattito rimane acceso c’è ben poco che i consumatori possano fare.
Il professor Ivell, per esempio, suggerisce di spulciare sul retro delle confezioni e trovare i prodotti che hanno un minor contenuto di queste sostanze. “Se non riuscite a comprendere cosa significa una parola, c’è la probabilità che si tratti di qualcosa di brutto” incita il professore.
Il dottor Steve Ball, endocrinologo presso lo Newcastle upon Tyne Hospitals NHS Foundation Trust, è convinto della pericolosità di queste sostanze e quindi evita di riscaldare la plastica nel microonde ed evita di consumare il cibo in questo contenitore.
Secondo lui gli ftalati sono chiaramente tossici e alte concentrazioni di questi sono collegabili allo sviluppo del cancro.
Gli effetti di basse concentrazioni di ftalati non sono state ancora accertate ma in ogni caso è bene lavare sempre frutta e verdura.
Alastair Hay, professore di tossicologia ambientale è invece più cauto, perché secondo lui la concentrazione di queste sostanze non sono tali da influire sul comportamento ormonale.
Ashley Grossman, professore di endocrinologia all’Oxford Center per Diabete, Endocrinologie a Metabolismo consiglia di non riutilizzare per un lungo periodo le bottiglie di plastica, ma di questo già ve ne avevamo parlato.
Noi, in precedenza vi abbiamo avvertite su dove si nascondano gli ftalati, ma come avrete intuito la diffusione di queste sostanze potenzialmente nocive è così estesa che sarebbe veramente necessaria una normativa in proposito.
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