Tra le buone abitudini famigliari che interferiscono positivamente sull’educazione e sullo sviluppo dei figli se ne aggiunge una: lo stare insieme a tavola.
A rivelarlo uno studio del Consejo Escolar de Estado, il massimo organo spagnolo in tema di educazione. La ricerca ha coinvolto ben 24.000 bambini, tra i 6 e gli 11 anni, dei quali gli scienziati hanno studiato:
- abitudini alimentari
- competenze sociali
- problemi comportamentali
- rendimento scolastico.
Mangiare con i propri figli li aiuta ad andare meglio a scuola
Secondo questa ricerca, confermata da una ulteriore studio dell‘Università americana dell’Oklahoma, prova infatti che mangiare insieme con i figli migliora il rendimento scolastico dei ragazzi, soprattutto in matematica. La colazione, il pranzo, la cena, sono dei momenti affatto da sottovalutare all’intero della dinamica familiare e che incidono molto sul coinvolgimento di ogni componente della famiglia nella vita dell’altro. Se il bimbo mangia più spesso insieme ai propri familiari le sue competenze sociali e il rendimento a scuola aumentano in proporzione.
Bambini che hanno modo di vivere questi momenti quotidiano infatti hanno fino a due punti più nel rendimento scolastico di quelli che invece se la devono cavare da soli.
Ma perché questo accade?
La tavola costituisce un vero e proprio luogo cardine per la famiglia:
- rappresenta un momento in cui scambiare esperienza. E’ qui che il confronto e lo scambio tra bambini ed adulti è realmente favorito. A tavola si condividono giudizi ed opinioni, si osservano i comportamenti;
- permette ai bambini di conoscere i genitori. In questi momenti della giornata infatti, i figli hanno modo di raccontare la loro giornata e le loro esperienze, ma non solo. I bambini infatti imparano attraverso il mangiare in famiglia di cosa si occupano i genitori, cosa fanno nella vita, quali altri ruoli hanno oltre all’essere il proprio padre o la propria madre.
Care Unimamme, da quanto apprendiamo da questa importante ricerca a tavola si mangiano non soltanto i buoni cibi ma anche le buone parole e le buone esperienze. E voi cosa ne pensate? Siete d’accordo?
(fonte: repubblica)