Sembra un connubio talmente semplice e perfetto da non essere reale; ed invece in questi tempi di crisi è quanto è stato creato dall’idea ed iniziativa di una mamma di Bolzano. Si chiama Elisabeth Tocca, ha 40 anni, ed è la mamma fondatrice di una start up che si occupa di confezionare tutine ed altri capi di abbigliamento “sostenibili” per mamme e bambini.
Quando i figli di Elisabeth avevano circa 4 e 7 anni, questa mamma con la passione per la moda e per l’ecologia, si è imbattuta in giro per negozi cercando di trovare un felice connubio tra abbigliamento alla moda ed allo stesso tempo ecologico ed eco sostenibile. Impresa tanto ardua a quanto pare. Di abiti ecosostenibili infatti è possibile trovarne ma spesso sono capi non belli ed un pò fuori moda… è qui che nasce l’idea.
“Per i miei figli volevo sì prodotti sicuri, ma anche belli”, ha spiegato Elisabeth in una intervista al Corriere; così dopo diversi mesi di tentennamenti tra la stabilità del suo lavoro e la “visione” di una possibile nuova attività nel settore decide di lasciare il vecchio impiego di manager presso una un marchio di abbigliamento da montagna e lancia il suo brand.
Si chiama “Cora Happywear” e già il nome della start up è un vero programma. “Cora” rappresenta il coraggio di questa scelta, un salto nel vuoto dal punto di vista lavorativo. “Happywear“, abbigliamento felice perché eco sostenibile e bello, alla moda.
Il lancio avviene il 24 aprile un giorno molto speciale e che proprio nel 2014 è stato istituito come il Fashion Revolution Day, una data importante ma molto triste per ricordare le 1.133 persone morte nel 2013 a causa del crollo del Rana Plaza di Dhaka, in Bangladesh. Il più grave incidente mortale avvenuto in una fabbrica tessile nella storia, così come il più letale cedimento strutturale accidentale nella storia umana moderna. Una tragedia che ha spinto moltissimi consumatori non solo a denunciare le condizioni di lavoro insicure presenti nelle fabbriche ma anche a chiedersi da dove arrivano effettivamente i vestiti che che indossano e in quali condizioni sono stati prodotti.
La filosofia di Cora sposa alcuni principi cardine basati sul consumo consapevole:
Sono le “lifestyler” a fare la differenza e rendere sostenibile la vendita di questi capi. Le mamme-venditrici che riunite a casa di una o dell’altra che tra caffè e dolcetti si occupano della presentazione dei capi che poi possono essere o acquistati subito o ordinare. Un sistema non nuovo ma che funziona e che affiancato dal lavoro on line su siti o piattaforme possono garantire buoni introiti alle mamme.
Per ogni vendita guadagnano il 20% per acquisto diretto, il 10% per prodotto acquistato on line. Ed è proprio questa una delle soddisfazioni più grandi della mamma imprenditrice di questa azienda, Elisabeth, aiutare le mamme a lavorare in modo flessibile, questo era un altro dei suoi l’obiettivi.
Che dire, una start up che sostenibile a tutto tondo: per l’ambiente e per la natura, per la salute di mamme e bambini e per i tempi e le necessità delle donne, mamme.
Voi care Unimamme cosa ne pensate? Vi piace l’idea? Acquistereste questi capi e… li vendereste?
(fonte: Corriere/ CoraHappywear)
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