Avete presente quelle scene nei film in cui la donna in sala parto, ansimante e dolorante come se la stessero squarciando nella modalità “tacchino durante il Giorno del Ringraziamento” dice al di lei compagno: “Disgraziato, mi hai ridotto tu in questo modo?” .
Ecco, cari futuri papà, un bel giorno potreste ritrovarvi in quella situazione e per evitare di essere presi a pugni dalla vostra dolce metà trasformatasi in Hulk durante quei momenti di dolori, vogliamo condividere qualche piccolo consiglio, frutto dell’esperienza di mamme e di un’esperta, per aiutare e sostenere la vostra compagna sia durante l’attesa che durante il parto.
DURANTE LA GRAVIDANZA: assicurate amore e cura
Innanzitutto, come riportato su Belly Belly, per i futuri papà è bene prepararsi anche durante la dolce attesa. Avete dei dubbi, vi chiedete magari cosa dovrete fare una volta nato il bambino? Potreste seguire il corso di accompagnamento alla nascita assieme alle vostre compagne, oppure rivolgervi ad una figura professionale che sta vicino alla donna sia in gravidanza sia dopo, che può essere un’ostetrica, o se preferite una doula.
DURANTE LA PRIMA FASE DEL TRAVAGLIO: rimanete tranquilli e rassicuratela
La prima fase del travaglio è quella in cui generalmente si rompono le acque e comincia la dilatazione. Si tratta di un periodo ancora iniziale in cui la cervice si allarga fino a 3/4 cm e le contrazioni sono ancora distanti tra loro: almeno 15/20 minuti e sono della durata di 30/35 secondi.
Cosa potete fare voi futuri papà? Innanzitutto non andare nel panico: aiutate la vostra compagna a trovare la posizione più comoda per iniziare il travaglio. Generalmente – se l’intensità del dolore non è troppo forte – è bene camminare, stare sedute su una palla gonfiabile che lo attenua o dondolare sui piedi per non pensare troppo a ciò che succederà (se è il primo figlio, il travaglio potrà infatti durare anche 12/14 ore). Voi papà potete rassicurare la futura mamma dicendole che sta andando benissimo, tenerle compagnia (guardare ad esempio la televisione o ascoltare musica assieme), chiamare l’ostetrica o la doula se ne avete prevista una.
DURANTE LA SECONDA FASE DEL TRAVAGLIO: sostenetela e massaggiatela
La seconda fase del travaglio prevede che la cervice si dilati fino ai 7 cm: i dolori cominciano a farsi più intensi e se siete ancora a casa è il caso dANi andare in ospedale. Anche in questo caso le posizioni per sopportare meglio il dolore sono quelle in cui la donna è più comoda: in piedi, seduta o anche in movimento, non importa. Voi papà potete applicare questo utile schema che riprende la parola inglese “Support” (sostegno):
Inoltre, potete aiutarla eliminando distrazioni come musica e luci troppo forti, mantendo la sua bocca idratata e incitandola dicendo che sta andando benissimo.
DURANTE LA TERZA FASE DEL TRAVAGLIO: incoraggiatela e accompagnatela in tutti i momenti
La terza fase del travaglio è quella più dura per una donna. Le contrazioni si fanno più ravvicinate – si passa da 5 a 20 contrazioni in un’ora – e più intense e spesso per un futuro papà è difficile vedere la propria compagna soffrire tanto. Ogni contrazione può durare anche 90 secondi con un intervallo di 1-3 minuti.
Durante questi momenti molte donne vanno in crisi perché hanno paura di perdere il controllo del proprio corpo. Voi dovete rassicurarle ricordando loro che hanno già superato il peggio: la dilatazione finale di 10 cm fa sì che il bimbo sia vicino alla nascita! Può capitare che in questa fase ci sia una forte nausea o del vomito e che la mamma sia esausta dopo tutte quelle ore. Voi futuri papà potete:
DURANTE LA FASE ESPULSIVA: incitatela e siate pronti ad accogliere il nuovo arrivato
Finalmente ci siamo! Se la mamma sente il bisogno di spingere, tra poco il bambino sarà nato. E’ il momento più impegnativo in cui la donna deve raccogliere tutte le proprie energie. Voi futuri papà potete:
Dopo tutta questa fatica, il bimbo è venuto al mondo! La mamma deve ancora però espellere la placenta: l’utero subisce delle contrazioni che non sono dolorose, ma il peggio è passato. Voi futuri papà potete dare in braccio alla mamma il fagottino appena nato, magari dopo aver tagliato il cordone ombelicale, in modo che possa avere il primo contatto con lei.
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