Qual è il futuro della genitorialità? Può l’uso di internet cambiare o addirittura creare nuove occasioni, nuovi modi di agire, anche quando si parla di concepimento?
La risposta è assolutamente “SI”, ed a dircelo non sono degli studi di una qualche Università ma un fenomeno immediatamente misurabile attraverso alcuni siti internet.
Si parla di co-parenting o co-genitorialità quando una coppia condivide un amore platonico allo scopo di concepire un figlio che altrimenti non riuscirebbe a dare alla luce. E’ una divisione dei diritti e delle responsabilità dei genitori, siano essi omosessuali o eterosessuali, nei riguardi dei bambini. Un bambino può essere cresciuto dai suoi genitori sia che siano una coppia o meno, single, sposati o divorziati, o dello stesso sesso.
Ad oggi sono diversi i siti internet che mettono a disposizione un vero e proprio database di persone che cercano ed offrono la possibilità di concepire un bambino. Questi portali attraggono uomini, donne single e coppie gay, e sono progettati in modo molto simile a siti di incontri. Collegano i genitori o futuri genitori che desiderano crescere un bambino. Si rivolgono agli omosessuali ma anche a tutti coloro che non vogliono, o non vogliono più, vivere in coppia o per altre ragioni. Gli utenti si registrano e caricano ciò che stanno cercando, o quello che sono disposti a fornire, e possono quindi sfogliare i vari profili di chi ha lasciato una inserzione ed inviare messaggi ad altri utenti.
La finalità è quella di trovare un amore “platonico” con cui condividere un bambino da entrambi concepito attraverso un kit di fecondazione artificiale. I bambini possono vivere separatamente tra la casa di ciascun genitore ed il punto è proprio questo: oggi decine di migliaia di persone che scelgono di andare online per trovare il genitore del loro bambino.
Prendiamo ad esempio il sito co.parents.co.uk. Nel 2008, Franz Sof lo ha creato per se stesso, con lo scopo di per incontrare qualcuno con cui avere un bambino, ma da allora il suo sito web ha guadagnato 10.000 registrazioni.
Secondo il The Times più di un 30% delle persone iscritte a questi siti desiderano essere un co-genitore, mentre il resto sono o donatori di sperma, o alla ricerca di un donatore.
Simon Watson, 40 anni, è ad esempio un donatore di sperma a tempo pieno. Grazie a lui sono nati più di 500 bambini in 15 anni, con i quali è coinvolto solo in occasionalmente. Ci ricorda in parte la storia di Ed Houben, anche lui padre di ben 87 figli, ma tutti nati senza inseminazione artificiale.
Ovviamente non mancano critiche a tutto questo meccanismo. Harry Benson, direttore del Marriage Foundation, è stato molto critico delle persone che utilizzano questi siti web, sostenendo che essere genitori “part time” è un fatto di spettacolare egoismo.
Voi care Unimamme cosa ne pensate? Il concetto di famiglia tradizionale è definitivamente morto? Parliamone!
(Fonte: Dailymail)
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