Care unimamme, torniamo a raccontarvi una storia che è di speranza e di denuncia insieme.
Alla nascita, il piccolo Jett Morris pesava poco meno di un pacchetto di zucchero (700 grammi), ma i suoi genitori si sentivano già molto sollevati all’idea di vedere che il loro bimbo, nato prematuro, respirava ed era in vita.
L’incredibile vicenda di questo piccolo e della sua famiglia ci induce infatti a interrogarci se, talvolta, il consiglio dei medici non sia troppo affrettato.
La signora Morris aveva sofferto, a sole 20 settimane di gestazione, di una rottura della membrana pretermine, un caso che si verifica prima che la gravidanza giunga a termine nei tempi stabiliti.
Successivamente le è stato diagnosticato un caso di placenta previa e, a causa di tutto ciò i medici hanno avvertito la donna e suo marito che sarebbe andata in travaglio di lì a poco con scarse probabilità che il piccolo potesse sopravvivere.
Il giorno seguente però la donna non aveva ancora partorito e così è stata mandata a casa, ma 12 giorni dopo ha cominciato a sanguinare ed è dovuta correre nuovamente in ospedale a Portsmouth dove vi era un centro specializzato per i casi come il loro, ovvero per bimbi nati prima della 28° settimana.
n tutta questa odissea i genitori di Jett sono stati messi sotto pressione dal personale medico dell’ East Surrey Hospital, il primo ospedale a cui si erano rivolti, che li aveva invitati a terminare la gravidanza alle prime avvisaglie di problemi. Addirittura i dottori avrebbero dato loro solo 5 minuti per decidere se abortire o meno.
La mamma del piccolo Jett ricorda che uno dei medici ha detto loro “dovete abortire perché non c’è niente da fare”.
Ricordando la situazione la mamma di Jett aggiunge di comprendere il fatto che il medici debbano presentare ai pazienti il peggior scenario possibile, ma che sulla Terra non ci sono due persone uguali e invece i medici non avevano dato a Jett alcuna possibilità.
Quando poi è arrivato i i coniugi Morris sono stati avvertiti che il loro bimbo avrebbe potuto avere danni al cervello, nascere morto e avere gravi problemi perché i suoi polmoni non si erano interamente sviluppati.
Tuttavia, a dispetto di questo terribile pronostico, Jett è venuto alla luce il 6 dicembre del 2013, lasciandosi sfuggire un breve vagito prima di essere messo nell’incubatrice. Il piccolo ha dovuto affrontare una polmonite cronica e un po’ di ittero, ma già in marzo è potuto tornare a casa con la sua famiglia.
Anche se Jett ha due minuscoli forellini nel cuore si pensa che non ne risentirà in futuro.
“Noi abbiamo avuto un lieto esito, ma temo che altre mamme nelle mie stesse condizioni potrebbero ricorrere all’aborto quando in realtà non ce n’è bisogno” rivela la mamma del bimbo, ed è il motivo per cui ha deciso di raccontare la sua storia al Daily Mail.
La signora Morris lamenta anche che, invece di essere completamente informata delle sue opzioni dai dottori che dovevano avere cura di lei è stata costretta a cercare informazioni su Google e spera quindi che a nessun’altra donna capiti ciò che è accaduto a lei.
Nonostante le difficoltà, ora, a distanza di un anno, i coniugi Morris si godono il loro piccolino che ha portato tanta felicità nella loro vita.
E voi unimamme cosa ne pensate di questa storia finita, fortunatamente, bene? Cosa avreste fatto al posto della signora Morris?
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