Qualche giorno fa, davvero per caso, sono stata rapita dalla storia di una bambinaia nata nel ‘900 nella “grande mela”. Già dalle prime immagini il documentario sulla sua vita mi ha catturata ed ho cominciato a riflettere sulla curiosa ambivalenza di questa introversa donna che in fondo ha dedicato tutta la sua vita a due cose: i bambini e la fotografia.
La seconda sicuramente molto più della prima, ma la prima ha di certo contribuito ed influenzato la seconda. Così, coinvolta dal racconto, ho pensato di riproporvi una parte della sconfinata opera d’arte di questa artista rivelata postuma e certamente una delle più importanti fotografe “di strada” del XX secolo.
L’opera di Vivian Maier stava infatti per andare dispersa ma, alla morte, il “viaggio” dei suoi negativi si intreccia con la vita di un’altra donna, una madre che riesce a malapena a guadagnarsi da vivere, e di suo figlio, un ragazzo con il desiderio compulsivo di possedere le cose. Nella stretta morsa di questa contraddizione quel figlio, John Malof, a 23 anni, si mette in testa di fare il fotografo, ma di fotografia non ne sa completamente nulla. Nonostante ciò, nel 2007 partecipa a un’asta e paga 380 dollari per una scatola di negativi, che si rivelerà una miniera d’oro.
Una volta scoperto il contenuto John si mette sulle tracce di tata Maier e grazie alla perseveranza, alla caparbietà, ed al suo innamoramento per quelle immagini rubate ed impresse sulla celluloide, restituisce alla storia l’opera d’arte che, senza di lui, sarebbe andata sepolta con la sua autrice: oltre 100.ooo fotografie la maggior parte delle quali scattate in segreto.
Una donna misteriosa e per certi tratti problematica ma della quale non si conoscerà mai la vera storia se non nel racconto delle famiglie per le quali ha lavorato come tata e dei bambini che ha cresciuto.
Tata Vivian è morta nel 2007, a 82 anni, cadendo sul ghiaccio, nel parco in cui si recava tutti i giorni. Le persone per cui ha lavorato per anni, la cosa più vicina a una famiglia che abbia conosciuto, l’hanno fatta cremare e hanno sparso le sue ceneri nei campi in cui portava i bambini.
Care Unimamme, amanti della fotografia, abbiamo selezionato per voi alcune foto del suo “enciclopedico” lavoro, che ritraggono i bambini di “una volta”, bambini per strada, bambini già grandi, bambini… ritratti in immagini così potenti da risultare fuori dall’ordinario.
Canada
5 Maggio 1955, New York City
1954, New York
1954, New York
1954, New York
Giugno 1963, Chicago
Giugno 1954, New York
Ecco il trailer del film dedicato a Vivian Maier, la tata fotografa, realizzato da Feltrinelli.
(Fonte: VivianMaier)
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