Leggendo i commenti nei forum e nei gruppi su Facebook, è proprio l’espressione “allattamento ad oltranza” a dare fastidio a molte donne che scelgono di allattare i propri figli oltre i 18 mesi.
Ma chi è che stabilisce per quanto tempo si possa allattare? Perché bisogna necessariamente smettere di farlo quando il bambino comincia l’introduzione ai cibi solidi?
Nessuna scelta come l’allattamento è così personale per una donna e – di conseguenza – per suo figlio. Eppure molte mamme che prendono la decisione “estrema” di allattare per oltre due anni vengono considerate strane, quasi come se ci fosse qualcosa di sbagliato. Figuriamoci poi se questo tempo si prolunga oltre: scattano i giudizi. Il più delle volte si pensa che una madre che allatta al seno fino a che il bambino non abbia quattro o cinque anni abbia qualcosa di “morboso” e che gli impedisca di sviluppare una corretta indipendenza.
Diverse ricerche hanno dimostrato in realtà i benefici dell’allattamento oltre l’anno, ma è la storia di Denise Sumpter, madre di 44 anni inglese, ad aver aperto un nuovo dibattito su quando sia giusto o sbagliato allattare al seno.
Denise infatti sta ancora allattando sua figlia Belle che ha sei anni e mezzo (oltre al figlio Beau che ha invece 18 mesi). Una decisione che sta facendo molto discutere sia in Inghilterra sia negli Stati Uniti, dove il dibattito si è spostato anche sul piano antropologico e culturale.
Denise capisce che la sua linea di pensiero sia decisamente fuori dagli schemi, ma ritiene di essere supportata dai risultati che i suoi figli stanno ottenendo nella vita di tutti i giorni: la primogenita infatti è particolarmente intelligente e matura per la sua età, è più alta della media e non si ammala quasi mai.
Tutto merito del latte materno? Sembrerebbe di sì, anche perché – a differenza di ciò che si crede – questo non smette di essere nutriente quando il bambino cresce, ma continua a fornire le sostanze di cui ha bisogno, fortificando il sistema immunitario in evoluzione. Senza contare che allattare protegge anche la mamma da alcune patologie mortali come il cancro all’utero o al seno.
“Smetterò di allattare quando Belle vorrà” ha dichiarato Denise al Mirror. In questa sua decisione è stata aiutata dal marito e da un gruppo di sostegno all’allattamento, la Lega del Latte. “E’ importante che le mamme sappiano che un allattamento prolungato non rende i figli infelici, anzi: permette di renderli più indipendenti e salva anche delle vite, visto che appunto si hanno meno probabilità di ammalarsi“. Questo per cercare di contrastare amici e parenti che la guardano con un punto interrogativo quando Belle vuole il seno nonostante abbia sei anni e mezzo.
Molti miti sull’allattamento sono quindi da sfatare? Anche qui le scuole di pensiero sono letteralmente scisse. Il Mirror ha infatti interpellato due ostetriche:
Per la prima Denise è “un’ispirazione” perché la maggior parte delle madri decidono di smettere di allattare ben prima; secondo lei è perfettamente fisiologico l’allattamento prolungato, che permette appunto lo sviluppo del sistema immunitario del bambino (che raggiunge la maturazione a 10/12 anni) e che protegge la madre. Non bisogna assolutamente considerarlo come qualcosa di anormale o morboso.
Per la seconda ostetrica invece è sbagliato pensare che le madri dovrebbero allattare fino a sei anni, soprattutto in un Paese come l’Inghilterra dove c’è il problema dell’obesità infantile. Il latte, così come il cibo in generale, non dovrebbe essere considerato infatti un conforto (Belle infatti prende ancora il seno anche per rilassarsi e addormentarsi). “Esistono dei progressi che un bambino deve compiere” – dice l’ostetrica – “come passare dai pannolini alle mutandine o sedersi su una sedia alta. E’ la stessa cosa con l’allattamento“. Senza contare che secondo lei Denise starebbe esponendo la figlia ad essere oggetto di ridicolo. E’ vero poi che il latte materno protegge dalle malattie, ma a sei anni i bambini hanno ormai il sistema immunitario sviluppato.
Come dicevamo, anche negli Stati Uniti il dibattito è stato molto acceso: il tutto è scaturito da un articolo del mensile “Cosmopolitan” che ha riportato la storia di Denise. Gli oltre 24mila “like” su Facebook e gli oltre 1000 commenti hanno spinto in qualche modo anche gli antropologi ad interrogarsi sul perché quando si parla di allattamento gli animi si scaldano subito.
Quanto avvantaggia – o svantaggia – l’evoluzione della specie la scelta di allattare al seno in modo prolungato? L’antropologa Katherine Dettwyler, specialista nella ricerca dell’allattamento dal punto di vista cross- culturale afferma: “Nei miei studi sui primati e sui mammiferi emerge che la maggior parte delle specie mammifere allattano la propria prole per molti anni, fino a che i denti permanenti non sono emersi (cinque/sei anni per gli umani). Quindi allattare è “naturale” per gli umani nel senso che ripercorrono le tappe evolutive, biologiche e fisiologiche della specie“. Sempre secondo la Dettwyler, “ i benefici di un allattamento al seno prolungato sono enormi. Per lo sviluppo del cervello del bambino, per la sua struttura facciale, per il suo sistema immunitario e per la sua resistenza alle avversità della vita. Le persone dovrebbero essere informate sul fatto che allattare un bambino fino a sei/sette anni è perfettamente normale e naturale e fa solo bene all’aspetto emotivo“.
Oltre a questo, l’allattamento al seno prolungato favorisce l’assorbimento dei latticini, come sostiene Katie Hinde della Harvard University: ” Penso che dovremmo seriamente considerare il fatto che negli esseri umani l’allattamento prolungato – per più di cinque anni – senza problemi digestivi è possibilmente un effetto secondario di un gene culturale e co evolutivo che favorisce il consumo di prodotti caseari“.
La raccomandazione è una sola: è vero che l’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce l’allattamento esclusivo al seno per i primi sei mesi e poi di continuare anche dopo lo svezzamento almeno fino ai 2 anni, ma è anche altrettanto vero – come dicevamo qualche riga sopra – che una mamma deve sentirsi libera di prendere una decisione in piena libertà, considerando ciò che è meglio per lei e per il proprio figlio. Come si dice in questi casi: “mamma serena, figlio sereno“, indipendentemente da quanto è stato allattato.
E voi unimamme che ne pensate? Qual è la vostra esperienza di allattamento?
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