In questi tempi senza più tempo stiamo dimenticando le tappe di crescita dei nostri figli.
La dottoressa Tiziana Cristofari, consulente di pedagogia e autrice di libri per bambini e adolescenti, è abbastanza chiara in merito:
” I bambini hanno i loro tempi, in tutto; e possono essere tempi diversi per ciascun bambino. Assecondare ritmi e percorsi evolutivi individuali, valorizzare l’esperienza positiva e l’apertura mentale dei piccoli rafforza la loro autostima e fa di loro futuri adulti consapevoli, sereni e felici. Ma non c’è nulla di facile in tutto questo oggi. Lo sanno bene i genitori, gli insegnanti, i pedagogisti e … lo pagano sulla loro pelle i bambini stessi.L’autostima si costruisce lentamente nel tempo con un giusto rapporto tra genitori e figli e tra docenti e studenti.”
Le raccomandazioni sono sempre le stesse, ma sempre valide:
Il più delle volte il bambino non saprà dare risposte adeguate, e l’unica soluzione sarà quella di spronarlo, e convincerlo, che la prossima volta andrà meglio. Questo il bambino non lo deve reperire come una giustificazione ogni volta che le cose andranno male, capirà con il tempo che dipenderà dalle sue capacità e il suo impegno. L’autostima si acquisisce innanzitutto prendendo consapevolezza delle proprie capacità, e dei propri limiti.
I ritmi di oggi impongono super bambini, con doti acquisite già prima di entrare a scuola. Messaggi impliciti, in una società che pretende capacità in multitasking. E noi genitori precipitiamo nell’ansia, appena qualche insegnante ci invia campanelli di allarme sulla scarsa capacità di concentrazione, su un ritardo nell’apprendere la sintassi o difficoltà nel memorizzare le tabelline e così via. Se dovessero presentarsi ritardi cognitivi o disturbi della personalità gravi i sintomi sarebbero ben evidenti anche al di fuori di un istituto scolastico. Con questo non voglio sminuire il ruolo di nessuno, dico soltanto che si devono rispettare i tempi di un bambino, e che poi ci sono figli portati per lo studio e altri meno.
La Dottoressa, infatti mette, il punto sul sistema scolastico, trovandolo inadeguato e non aggiornato a dovere rispetto a queste dinamiche. il rispetto del programma del Ministero dell’Istruzione non può diventare un dogma dove i bambini devono essere trasformati in piccoli automi, programmati per seguire a tappe forzate il programma (perdonate il gioco di parole).
Inoltre ci sono anche insegnanti che non amano il proprio lavoro, e questo peggiora la situazione. Con questo non si deve fare di tutta un’erba un fascio, ma delle selezioni più accurate, su chi deve dare gli insegnamenti scolastici ai nostri figli, sicuramente sì.
Affermando questo, però, noi genitori non ci dobbiamo esimere dalle nostre responsabilità. Vivere nel giustificazionismo o nella negazione, verso eventuali problematiche dei figli, è deleterio come e più di un insegnante svogliato.
Anche gli impegni extra scolastici sono diventati più pressanti, e i piccoli si trovano a dover combatter con ansia e stress. Trovo molto indicativo come la gastrite colpisca fasce di età sempre più giovani. Ho una collega di ventisette anni che già ne soffre. Quando ero piccolo io era un disturbo che si affacciava dopo i cinquanta. Un insieme di impegni che responsabilizzano troppo presto e non danno più il tempo ai bambini di poter apprezzare la noia.
Bertrand Russell nel suo libro ” La conquista della felicità”, afferma : “ Una certa capacità di sopportare la noia è quindi indispensabile per avere una vita felice, ed è una delle cose che si dovrebbero insegnare ai giovani. Tutti i grandi libri hanno dei capitoli noiosi, e tutte le grandi vite hanno avuto dei periodi non interessanti.”
Unigenitori che esperienze avete in merito?
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