Mina Khan è una bimba davvero molto fortunata. Nata affetta da una grave malformazione cardiaca è riuscita a sopravvivere grazie al coraggio dei chirurghi e a una tecnologia dalle enormi possibilità: la stampante 3D.
Questa dolce piccolina, che adesso ha 2 anni, aveva un foro tra i due ventricoli del cuore. Per questo motivo il muscolo aveva notevoli difficoltà a pompare il sangue ed era così affaticato che la bambina era costantemente stanca, sempre malata e impossibilitata a crescere, tanto che persino i capelli avevano smesso di farlo.
La situazione appariva disperata perché il cuore di Mina era così deformato che ripararlo sembrava qualcosa di impossibile. Il cuore dei bambini di quell’età è così piccolo che nessuno, nemmeno il chirurgo più esperto e coraggioso si sarebbe azzardato a fare un tentativo.
È stato a questo punto che è entrata in gioco una tecnologia che in passato ha già aiutato tante altre persone bisognose: la stampante 3D (come nel caso di Kaiba, bambino di pochi mesi con seri problemi respiratori a cui è stato ricostruito un bronco con questo mezzo).
Con la stampante 3D è stato realizzato un modello preciso del cuore della bambina basato sulla risonanza magnetica e una tomografia computerizzata.
In questo modo i chirurghi hanno potuto studiare su un modello realistico del muscolo studiando una strategie per ripararlo.
David Anderson, che ha guidato il team di dottori che hanno operato Mina ha parlato “di una grande sfida intellettuale”.
Grazie alla stampante 3D i professionisti hanno potuto studiare per bene il modo in cui era strutturato il cuore di Mina, foro incluso e di come funzionava durante il pompaggio “così da essere più sicuri di cosa avremmo trovato durante l’operazione vera” ha riferito il dottor Anderson.
Il dottor Gerald Grey, pioniere dell’uso del 3D al St. Thomas Hospital, dove è stata curata la bimba, ha aggiunto che il modello 3D ha aiutato a preparare il tessuto GORE TEX da utilizzare per i punti.
Oggi Mina sta finalmente bene, e cresce normalmente.
A quanto pare l’utilizzo del 3D in medicina ha davanti a sé un grande futuro, basti sapere che in America ha aiutato a salvare un bimbo di 2 anni.
A Southampton, invece, un imprenditore ha convinto i chirurghi a studiare un modello del suo rene in 3D prima di operare e adesso una sperimentazione simile viene effettuata su 21 pazienti.
E per quanto riguarda l’Italia?
“La stampante in 3D è certamente un’innovazione positiva ma ha gli stessi limiti delle ricostruzioni in 3D, ovvero è statica, bloccata su una fase particolare. Un cuore in sistole o in diastole per esempio è molto diverso” ha spiegato il professor Giacomo Pongiglione, direttore del dipartimento medico-chirurgico di cardiologia pediatrica del Bambino Gesù.
Nel noto ospedale romano utilizzano una specie di avatar del cuore in cui riporre tutte le conoscenze, per cui l’ospedale è stato premiato.
E voi unimamme cosa ne pensate di questo connubio tra scienza e tecnologia? Non si sembra meraviglioso quello che si può fare con le stampanti 3D?
Dite la vostra se vi va.
(Fonte: Corriere.it/ itv.com /3ders.org)
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