Il morbillo, dal latino “morbus” – malattia -, è una malattia infettiva del sistema respiratorio, immunitario e della pelle, oltre che una delle malattie esantematiche più diffuse ed estremamente contagiosa.
Recentemente se ne sente parlare spesso anche perché il caso scoppiato lo scorso dicembre a Disneyland in California, dove si è registrata un’epidemia di morbillo, ha destato grande allerta in USA.
Il motivo maggiore per cui si sta diffondendo questa allerta è che alcuni genitori credono, nonostante la ricerca scientifica dica il contrario, che le vaccinazioni possono aumentare il rischio di autismo nel bambino. Alcuni di loro sostengono che non c’è nulla da temere, che il morbillo è una malattia lieve e non degna di una vaccinazione. A differenza di questa credenza il morbillo può avere complicanze gravi.
Il morbillo si diffonde attraverso l’aria. Quando qualcuno infettato con il morbillo tossisce o starnutisce sprigiona il virus e questo può vivere fino a due ore. Se li si respira, il contagio avviene tramite la gola e poi i polmoni, il virus si moltiplica e si diffonde attraverso il resto del corpo.
I primi sintomi sono:
Poi, due o tre giorni prima dell’esantema sono visibili a livello dei molari inferiori piccolissime macchie bianche, simili a capocchie di spillo note come macchie di Koplik. Sono questi segni patognomici,ovvero quando si diagnosticano rappresentano un segno inequivocabile della malattia.
Ecco allora che dopo un altro paio di giorni arriva la caratteristica eruzione cutanea rossa del morbillo. Si inizia l’attaccatura dei capelli e si diffonde in tutto il viso e il collo. L’eruzione si diffonde verso il basso e verso l’esterno per il resto del corpo, le mani, e piedi. I sintomi possono includere anche una perdita di appetito e il bisogno di evitare la luce.
Per la maggior parte delle persone, l’infezione si conclude dopo 10 a 12 giorni. Ma in alcuni casi non è così. Secondo i dati raccolti nel 1990 dal Center for Disease Contron and Prevention la malattia può avere nel 30% dei casi complicazioni:
Anche il recupero non è sempre semplice. In questa foto del 1960 viene ripreso un bambino nigeriano che sta guarendo dal morbillo. La pelle appare come quella di una persona ustionata.
La malattia in casi rari potrebbe anche ripresentarsi. Per ogni 100.000 casi di morbillo, circa 7 casi potranno subire una ricaduta chiamata PESS, una infiammazione cerebrale grave che può avvenire 7 a 10 anni dopo aver recuperato da morbillo. Si porta a spasmi muscolari, convulsioni, demenza, cambiamenti di personalità, e nei casi più gravi alla morte.
Oggi il tasso di mortalità è bassa. Fino al 1980, quando si è diffusa la vaccinazione contro il morbillo, si calcola che la malattia abbia ucciso una media di 2 milioni e mezzo di bambini ogni anno, nel solo 2012 circa 122.000 persone al mondo, prevalentemente bambini sotto i 5 anni, rispetto però alle circa 630.000 morti del 1990.La crescente diffusione della vaccinazione nel mondo ha quindi permesso in pochissimi anni la riduzione della mortalità infantile legata al morbillo del 78%.
Care Unimamme che ne pensate di questi dati? Ne eravate al corrente? Voi siete contrarie alla vaccinazione non obbligatoria?
(Fonte: Buzzfeed; wikipedia)
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