La notizia arriva dal Regno Unito, dove la Camera dei Comuni del Regno Unito ha votato a favore – con 382 sì e 128 no – di una legge che permetta la fecondazione e la successiva nascita di bambini nati con il DNA di tre persone diverse – quello della madre e del padre più una donatrice – per poter evitare il pericolo di malattie mitocondriali gravi, trasmesse interamente dalla mamma.
Si tratta di un tema molto delicato, che fa chiedere come succedere in questi casi fin dove possano spingersi i confini della scienza. Se da una parte certamente si possono evitare conseguenze gravi per un bambino, dall’altra è anche vero che questa nuova tecnica di fecondazione in vitro potrebbe poi prendere delle derive differenti da quella per cui è stata pensata. Andiamo però con ordine e vediamo nel dettaglio che cos’è la fecondazione con DNA mitocondriale e i suoi effetti.
L’approvazione definitiva – dopo la votazione della Camera dei Comuni – dovrà essere data anche alla Camera dei Lord e dall’ HFEA, Human Fertilisation and Embryology Authority, ovvero l’organo che dipende dal ministero della Salute e che si occupa per il Regno Unito di fecondazione e inseminazione artificiale. Se tutto procederà liscio, il primo tentativo di fecondazione potrà già essere effettuato quest’anno e il primo bambino con tre DNA potrà nascere già nel 2016. L’Inghilterra potrebbe pertanto essere il secondo Paese al mondo in cui questa tecnica potrebbe dare una speranza di avere un bambino sana. Persino il premier David Cameron, conservatore, ha approvato la votazione positiva, dicendo: “Non si tratta di sostituirsi a Dio, ma di dare la possibilità di dare a due genitori che non potrebbero averlo un bambino sano“.
L’Inghilterra sarebbe il secondo Paese al mondo perché in realtà in America questa tecnica è stata già sperimentata e recentemente si è parlato di una ragazza, che oggi ha quasi 15 anni, nata nel 2000 con la tecnica di fecondazione di DNA mitocondriale. Sharon, la madre di Alana Saariren, dopo 10 anni di tentativi infruttuosi di avere un bambino a inizio anni Duemila decide infatti di sottoporsi a questa nuova tecnica sperimentale al Saint Barnabas Medical Center, nel New Jersey. Essa appunto consiste nel trasferire nell’ovocita della donna non solo lo sperma del coniuge, ma anche il citoplasma e i mitocondri di una donatrice.
Cosa sono i mitocondri? Si trovano nelle cellule e il loro compito è quello di produrre energia. Sono nella cellula oltre al nucleo e contengono il DNA, il materiale genetico. Il DNA mitocondriale viene trasmesso esclusivamente dalla madre al figlio: se una madre è affetta da una malattia mitocondriale, tutti i figli la ereditano, mentre se ne è affetto il padre, i figli nascono sani. Si tratta di una serie di patologie che possono manifestarsi con grave anemia, disfunzioni cardiache, renali o pancreatiche, cecità, danni celebrali, diabete, atrofia muscolare. Circa un bambino ogni 6.500 nasce con una malattia mitocondriale.
La tecnica detta “a tre genitori” come nel caso di Alana permette invece la non trasmissione di queste patologie perché sebbene il DNA sarebbe quasi esclusivamente quello dei due genitori biologici, ci sarebbe una minima percentuale, lo 0,1%, che invece apparterebbe al donatore sano. E’ però proprio quello 0,1% a correggere il DNA e a determinare la nascita sana di generazioni future.
Si tratta sicuramente di una tecnica rivoluzionaria che nel 2000 venne però sospesa per il fatto che furono riscontrati dei rischi nei futuri bambini nati con questo tipo di fecondazione. Proprio uno studio britannico sostenne che il nascituro avrebbe potuto avere dei problemi di apprendimento, di carattere e di fertilità provocati dalla cattiva associazione tra i DNA biologici e quello della donatrice. La testimonianza di Alana Saariren sembra dimostrare però il contrario: “Sento di avere in comune con i miei genitori anche alcuni aspetti del mio carattere. So di avere un po’ del Dna di un’altra donna, ma non la considero un terzo genitore, ho solo un po’ dei suoi mitocondri” ha dichiarato. Eppure si tratta di una discussione controversa.
A 15 anni di distanza è proprio la metodologia sviluppata all’Università di Newcastle da un gruppo di scienziati guidato dal professor Doug Turnbull che verrà utilizzata per dare il via alla fecondazione con il DNA mitocondriale. Come dicevamo, però, intorno a questa nuova tecnica c’è già un grande dibattito sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista religioso. Sia la chiesa anglicana sia quella cattolica sono intervenute cercando di richiamare alla prudenza: la paura è che in futuro la fecondazione con DNA mitocondriale possa prendere derive differenti e portare alla tentazione di creare bambini “su misura”.
I dubbi sono stati però sollevati anche dalla stessa comunità scientifica: alcuni – dubitando degli studi in cui si sostiene che questo tipo di fecondazione sia assolutamente sicura – sostengono infatti che gli esiti di questa tecnica possono essere imprevedibili: i cambiamenti genetici di cui saranno portatori questi nuovi nati saranno ereditabili e non si sa ancora con certezza a che cosa si andrà incontro.
E voi Unimamme, cosa ne pensate?
(Fonte: ilpost.it; the guardian.com)
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