Unimamme, abbiamo sempre detto che un po’ di onestà sulla maternità, sia sempre meglio di tante bugie o falsi miti.
Sarà anche per questo che la blogger Stephanie Sprenger, dopo aver letto il saggio di Jenny Studenroth Gerson: They Should’ve Warned me (Avrebbero dovuto avvertirmi), si è sentita in dovere di contribuire scrivendo anch’ella un saggio sulla maternità e lanciando un movimento per unire e rafforzare le madri ovunque.
Jenny ha scritto della sua morbida transizione nella maternità, dopo tutti gli allarmanti consigli ricevuti sul prepararsi al dolore del parto, alle notti insonni, alle situazioni difficili.
Il saggio di Stephanie: “I’m Glad Someone Told Me” (Sono felice che qualcuno me l’abbia detto) ha avuto, a sua volta, riscontri molto positivi, ma la donna ha colto l’occasione anche per evidenziare che per moltissime madri la maternità non è così armoniosa e che bisognerebbe sostenere di più chi incontra difficoltà con l‘allattamento al seno o soffre di depressione post partum, per esempio.
Così, a seguito delle innumerevoli e-mail ricevute, Stephanie ha deciso di lanciare una campagna sui social media stimolando le donne a condividere le frasi di vero e onesto sostegno e i consigli ricevuti sulla maternità e anche quelli che avrebbero voluto ricevere.
Così, con l’hashtag di Twitter: #sogladtheytoldme la raccolta è partita con grande successo.
Stephanie, sull’Huffington Post ha dichiarato che spera che questo movimento possa contribuire a fare un passo avanti sulla maternità, ampliando il discorso, dando un’immagine più realistica ed equilibrata della maternità in modo che le donne si sentano meno inadeguate, isolate e confuse.
Seguono alcune delle foto ricevute con le mamme contente di aver ricevuto alcuni consigli. Vediamole!
Che va bene non amare ogni minuto della maternità.
Che perfino i migliori genitori, qualche volta, non sanno cosa diavolo stanno facendo. Ci stiamo solo tutti lamentando.
Che va bene se non ti innamori subito di tuo figlio.
Che se ti chiedi se c’è qualcosa di sbagliato, probabilmente c’è.
Che andava bene tornare al lavoro.
Che avrei avuto bisogno di un riposino più di loro.
Che la maternità è un lavoro come gli altri. Nessuno ama il proprio lavoro ogni giorno e questo va bene.
Che qualche volta pensi di essere rimasta incastrata tra i tuo figli, come mamma.
Che va bene commettere degli errori.
Che puoi provare 40 diverse emozioni in 5 minuti e talvolta tutte insieme (sono stanca, smettila, sei delizioso, come ho potuto essere così fortunata, ecc…)
Che non sono l’unica a pensare a mio figlio al lavoro. A pensare al lavoro mentre gioco col mio bambino.
Che chiedere aiuto è una vittoria, non una sconfitta.
Che la privazione di sonno non ti ucciderà.
Che le mie amiche single avrebbero capito perché somigliavo a uno zombie quando mio figlio era piccolo.
Che crescono in un batter d’occhio e alla fine ricorderai piu’ le cose buone più di quelle negative … e che quelle cattive che ricorderai saranno le più divertenti!
Unimamme dopo le verità universali sulla maternità forse dovremmo guardarci più a fondo e condividere, come suggerisce questo movimento, aspettative realistiche, consigli, delusioni, circa l’avere bambini.
Voi cosa ne pensate? Partecipereste all’iniziativa e, in tal caso, cosa scrivereste?
(Fonte: Huffington Post.com)
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