Unimamme, un’epidemia di morbillo non è più solo un apocalittico sogno per gli Americani, ma è diventato realtà a seguito del contagio verificatosi a Disneyworld, in California.
Sono già stati riscontrati più di 100 casi ufficiali in 14 Stati dall’inizio di dicembre con una maggioranza di episodi verificati su persone che non erano state vaccinate.
Pur con tutte le conseguenze negative del caso, forse questa “lezione” potrebbe far riflettere i genitori che scelgono deliberatamente di non vaccinare i propri figli mettendo a rischio anche quelli degli altri sottolineando come quella che sembra una scelta individuale finisce però per influenzare intere comunità.
Come si evince da questo semplice prospetto in cui:
- l’azzurro corrisponde ai vaccinati
- il giallo ai suscettibili di morbillo
- giallo e azzurro vaccinati ma suscettibili
- in rosso gli infetti contagiati
Si può osservare, come nei primi tre esempi quanto sia alto il numero dei contagiati quando ad essere vaccinata è il 10% della popolazione e come questa situazione cambi quando ad essere vaccinata è il 50% della popolazione, e come sia diversa nel caso in cui la percentuale superi il 90%.
Elizabeth Edwards, professoressa in Pediatria, suggerisce che si dovrebbe guardare al problema delle vaccinazioni per il morbillo con una prospettiva globale, in cui immunizzare un bambino serve a controllare l’espansione della malattia su tutta la popolazione.
L’effetto di questa difesa viene definito: immunità di gregge che si verifica quando una popolazione altamente immunizzata rende impossibile il diffondersi del virus fornendo protezione a tutta la comunità.
Purtroppo però avviene che piccole comunità di persone contrarie alle vaccinazioni si ritrovino in gruppi affini, creando sacche di sotto vaccinazione.
La California fornisce un ottimo esempio, questo è uno dei 20 Stati Americani che consente ai propri cittadini di non vaccinare i bambini, pur assegnando loro il pagamento di una multa in questo caso. In una popolazione dove la gran parte dei bambini non sono vaccinati il rischio di ammalarsi è alto per tutti.
Secondo la professoressa gli americani dovrebbero vaccinarsi contro il morbillo anche per proteggere coloro che non possono proprio immunizzarsi, neanche volendolo:
- i piccoli sotto 1 anno di età
- le persone nate prima dell’introduzione dei vaccini nel 1963
- bambini immunocompromessi
Purtroppo il morbillo è una malattia subdola:
- può rimanere sulla superficie per 2 ore
- l’infettività comincia già 4 giorni prima dell’eruzione cutanea
- se 1 persona col morbillo ha intorno il 90% delle persone non immuni, queste saranno infettate
Il vaccino risulta essere molto efficace, una volta somministrato copre il 99% delle persone che l’hanno preso, e solo un 1% rimane comunque scoperto. Ossia, anche con la vaccinazione 1 persona su 100 corre il rischio di ammalarsi.
Immaginate quindi su vasta scala, in un Paese come gli Stati Uniti cosa accadrebbe se la maggioranza dei bimbi non fosse vaccinata: anche gran parte degli adulti dovrebbero temere.
Unimamme, voi cosa ne pensate di queste considerazioni? Potrebbero farvi cambiare idea circa la necessità di vaccinare i vostri bimbi? O in caso voi li abbiate vaccinati, potrebbe convincervi della bontà della vostra scelta? Parliamone, se vi va.
Fonte: The Guardian.com