“Sensibilizzare significa richiamare l’interesse e l’attenzione su una data situazione” ed è ciò che vogliamo fare oggi parlando del lutto perinatale.
Sensibilizzare è lo scopo della campagna “babyloss awareness project” (progetto sulla consapevolezza sulla perdita di un bambino) lanciata dall’associazione CiaoLapo, che dal 2006 promuove la consapevolezza e aiuta i genitori che durante la gravidanza o subito dopo il parto hanno perso il loro bimbo, e che vivono il lutto perinatale.
Tale campagna, lanciata sulla pagina Facebook dell’associazione, consiste nel pubblicare le frasi che non dovrebbero mai essere dette a genitori che stanno soffrendo per un aborto, una morte in utero o che hanno perso il proprio figlio poco tempo dopo il parto. Purtroppo, infatti, come abbiamo più’ volte riportato, non c’è un’adeguata conoscenza e sensibilità sociale sul lutto perinatale, che tocca sempre più’ persone.
Tempo fa vi abbiamo invitato a partecipare a un’indagine internazionale sul tema, mentre oggi vogliamo sposare la campagna di Ciao Lapo, perché una buona comunicazione deve trasmettere empatia, e mai indifferenza. Dobbiamo sempre ricordare che le cose che diciamo possono avere un impatto più’ forte di quello che immaginiamo.
Ecco allora alcune delle frasi che dovremmo evitare, perché non consolano, aumentano la solitudine e dimostrano incomprensione e insensibilità.
1.
Perdere un bambino prima di averlo sentito piangere, non toglie nulla al dolore che si prova per la perdita.
2.
Il dolore per la perdita di un figlio non viene meno perché a casa se hanno altri.
3.
L’amore di una mamma o il dolore non è misurabile in cm o giorni di attesa. Per questo va sempre rispettato!
4.
Un bambino non ne sostituisce un altro, mai.
5.
Non si può minimizzare la perdita di un figlio. Anche se ne ne verranno altri dopo, quel figlio mancherà sempre!
6.
Non tutte le morti che avvengono a pochi giorni dal parto sono dovute alla SIDS, chiamata anche “morte bianca”. E’ infatti necessario per ogni morte in utero o post natale fare accurati approfondimenti diagnostici.
7.
Chi può dire chi soffre di piu? Non c’è differenza tra i morti in utero e i neonati, così come non c’è tra il figlio che va a scuola e il figlio già adulto. Il dolore della perdita è forte in tutti i casi.
8.
Non è assolutamente vero, è infatti importantissimo saper monitorare e contare i movimenti del bambino negli ultimi mesi di gravidanza, in quanto potrebbe essere un campanellino utile al personale sanitario per monitorare meglio il benessere del feto.
9.
Il parto di un bambino nato morto può essere un momento prezioso per chi sta vivendo il dolore di una perdita. Partorire il proprio figlio infatti rappresenta un’occasione per salutarlo degnamente.
10.
Per molte un figlio “nasce” nel cuore al momento del concepimento. Dal test di gravidanza ci si sente già mamme, innamorandosi sin da subito!
11.
Non è vero. Ben il 70% delle morti in utero ha una causa riconoscibile o precisi fattori scatenanti. Per questo è importante una diagnosi.
12.
Una delle frasi piu’ sentite, nella quale il verbo “dovere” è inadatto e che viene spesso pronunciata come frase di circostanza.
Non esiste una formula magica, le frasi giuste in assoluto, ma quelle che seguono, riprese dal sito dell’associazione CiaoLapo, risultato del lavoro svolto dai gruppi di supporto al lutto perinatale, saranno sicuramente apprezzate dai genitori:
Sempre sul sito è possibile approfondire ogni aspetto, e scoprire anche cosa fare e cosa non fare.
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