“Tempus fugit” ripetevano gli antichi e, per qualcuno, i ritardatari cronici per la precisione, questo è ancora più vero che per gli altri.
Vi capita spesso di arrivare al pelo agli appuntamenti, agli incontri, al lavoro o magari ben dopo l’ora prestabilita?
Forse chi vi rimprovera per il vostro scarso tempismo ignora che per i ritardatari i minuti della giornata durano ben 77 secondi.
Questo secondo quanto riportato dallo studio presentato sul The Wall Street Journal che, avendo sintetizzato tutte le ricerche scientifiche condotte, arriva a dividere la specie umana in due tipi:
I rappresentanti del gruppo B possiedono un orologio interno diverso, in cui le lancette ideali del tempo si muovono più lentamente:
Si può osservare che il divario del 30% di tempo non è niente affatto trascurabile.
I ricercatori hanno condotto uno studio su 181 addetti alla metropolitana di New York, scoprendo che i ritardatari cronici erano quelli che praticavano il multitasking, quindi si occupavano di più cose contemporaneamente.
Questo assolve, almeno in parte il ritardo proprio o altrui, perché queste persone non lo fanno per maleducazione ma perché sbagliano a calcolare quanto tempo ci vorrà ad attraversare la città o finire un lavoro. Sottostimano il tempo necessario, compiendo un errore di pianificazione.
Quindi risulta essere vero che i ritardatari si muovono in un universo temporale differente, in cui i calcoli e le stime sono sbagliate.
Ma come possiamo fare, quindi, a cercare di ovviare a questa mancanza? Lo psicologo sociale Justin Kruger è convinto che il ritardo sia una vera malattia.
Un rimedio potrebbe essere, in previsione di un appuntamento, di provare a scomporre una semplice operazioni in diversi elementi. Dividendo equamente i passaggi per arrivare all’appuntamento si potrà fare una previsione un po’ più realistica del tempo impiegato, evitando così il ritardo.
Un altro suggerimento in vista di un impegno di lavoro o qualcosa di importante al mattino presto, è quello di preparare già fuori dall’armadio i vestiti da indossare e puntare la sveglia in anticipo, 15 minuti, 30 o anche di più.
Un altro è quello di prevedere un premio se si riesce a compiere un’attività per tempo, come un caffè in santa pace o tempo per svagarsi su Facebook.
Anche se bisogno dire che alcuni Paesi sono più tolleranti di altri nei confronti di questo problema, come l’Italia, l’India o il mondo arabo, per non dover subire rimproveri o avere conseguenze in campo lavorativo sarebbe meglio lavorare un po’ sulla puntualità, dopotutto lo sanno benissimo anche le mamme che il tempo ha un valore inestimabile.
Voi unimamme cosa ne pensate di questa ricerca? Vi capita spesso di arrivare in ritardo agli appuntamenti? Ve lo fanno notare?
(Fonte: WallStreetJournal)
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