Diventare mamma è forse la più grande trasformazione che una donna può affrontare. Non si tratta solo un fattore sociale, relazionale o fisico relativo al cambiamento del proprio corpo, ma anche di una questione chimica. Lo abbiamo in un certo senso scoperto grazie ad una ricerca giapponese che ha spiegato “chimicamente” perché l’odore dei figli è inconfondibile per una madre.
Ma cosa accade nel cervello di una donna quando da alla luce una nuova vita?
Secondo gli scienziati diventare madre è un po ‘come innamorarsi, almeno a livello celebrale.
Durante i primi mesi dell’ innamoramento infatti si verificano nel cervello dei partner cambiamenti simili a quelli che si scatenano nelle neomamme. I più grandi cambiamenti del cervello si verificano per una madre con l’avvento del primo figlio e non è ancora chiaro se questo torna ad essere nel tempo com’era prima del parto.
Il travolgente amore, la gioia, l’ansia, l’attaccamento, una forma nuova di esagerata protettività, molte cose cambiano soprattutto nell’emotività. Nonostante un’osservazione durata secoli, i neurologi stanno solo recentemente riuscendo a collegare i comportamenti di una neomamma ai cambiamenti chimici che la maternità scatena nella corteccia celebrale. Eccone alcuni:
Insomma tutti quei nuovi sentimenti che vi pervadono iniziano perché scatenati dalle reazioni chimiche in atto nel cervello.
La mappatura del cervello materno quindi è divenuta per molti scienziati una fondamentale chiave per comprendere il motivo per cui tante nuove mamme sperimentano grave ansia e depressione. Essendo diverse le regioni cerebrali che insieme consentono l’unità dei comportamenti e la gestione dell’umore, è stato particolarmente interessante capire perché e come una lesione o un danno ad alcuni emisferi celebrali può addirittura ledere il legame tra mamma e neonato.
L’insieme di neuroni che risiedono nell’amigdala aiutano la memoria ed il processo che spinge reazioni emotive come la paura, l’ansia, e l’aggressione. Si è scoperto che, in un cervello in normale attività, l’amigdala cresce con la maternità, in particolare nelle settimane e nei mesi dopo il parto attivando tutti quei comportamenti di “ricompensa”, di attaccamento che portano naturalmente una madre a:
I danni all’amigdala nella madre comportano a loro livelli più alti di depressione e una diminuzione conseguente di questi comportamenti che fungono ad instaurare un legame con il bambino. Inoltre, se i danni a questa area celebrale risiedono però nel bambino, allo stesso modo la relazione tra mamma e figlio può essere compromessa poiché il piccolo potrebbe accusare:
A sottolineare l’importanza delle connessioni neurali, ci sono altre importanti verifiche:
Care Unimamme, “diventare madre è come scoprire l’esistenza di una strana nuova stanza della casa in cui si vive già” e di certo questa frase è corretta anche dal punto di vista biologico. Per la scienza, diventare mamma apre la porta all’uso di altre capacità della mente altrimenti rimaste sopite. Che ne pensate?
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