L’allattamento è uno dei momenti fondamentali del post parto ma troppo spesso, con espressione di giudizio, si fa una grande differenza tra le mamme che allattano al seno e mamme che non lo fanno.
Sebbene sia dimostrato che l’allattamento al seno è l’ideale per la mamma e per il bambino, non è altrettanto “scientifico” che le mamme che non allattano al seno abbiano “scelto” di non farlo. Polarizzare l’attenzione sulla classica schematizzazione “seno vs biberon” non aiuta, ma alimenta i giudizi che pongono donna contro donna, alimentano sensi di colpa, soffocano ogni tentativo d scavare in fondo alla questione.
Mamme “incapaci di allattare”: siamo sicuri che non lo vogliano?
Secondo una ricerca inglese il rischio di depressione post-partum diminuisce se si allatta al seno, ciò significa che non basta continuare a sostenere:
- la “scelta” dell’allattamento al seno
ma che è altrettanto, se non più importante,
- di sostenere le neo mamme che desiderano allattare al seno, ma non sono in grado di farlo.
TUTTE le donne hanno bisogno di maggiore sostegno dopo la nascita. Il post parto è un momento vulnerabile, soprattutto dopo il primo figlio. Una donna con l’arrivo di un bambino attraversa molte lotte interne e se a queste si aggiunge la delusione di non esser riuscite ad allattare al seno il senso di colpa incide moltissimo.
Se una donna ha completamente rinunciato all’allattamento al seno le serve sostegno; amici, familiari, papà sarebbe bene mostrassero sensibilità di fronte a questa impossibilità manifestando tutto la vicinanza e il sostegno.
Se invece non si del tutto rinunciato al seno, ma si sta vivendo una vera lotta, a volte estremamente dolorosa, o difficile, o impossibile, allora serve aiuto specialistico.
La differenza tra “il sostegno” e ‘l’aiuto specialistico’
Ogni professionista sanitario non è uno specialista allattamento, ha spiegato al BestDaily Charlotte, consulente dell’allattamento:
“Ci sono alcune sorprendenti ostetriche e medici là fuori. Questi hanno avuto di certo una formazione completa, magari coronata dall’esperienza di allattare al seno in prima persona, ma, purtroppo, questo non è garanzia, e la stragrande maggioranza delle mamme che non allattano, ma avrebbero voluto, hanno ricevuto un sostegno terribile.
Come consulente per l’allattamento posso dire che, quasi tutte le ragioni di rinuncia l’allattamento al seno avrebbero potuto essere facilmente evitate o superate con il giusto aiuto. Purtroppo questa conoscenza non è comune ed a molte mamme è lasciato credere semplicemente non potevano allattare “.
ed ancora:
“Queste donne sentono spesso che i loro corpi le hanno deluse, e questo può essere aggravato se hanno avuto anche un parto difficile o traumatico. “Sentivo di aver fallito come madre, non ho potuto partorire naturalmente, ed il non essere in grado di allattare al seno mi ha dato la prova di essere una cattiva madre.” – mi ha detto una mamma che ha avuto un cesareo d’urgenza, ed un altra ha aggiunto: “La mia depressione riguarda principalmente la mia esperienza della nascita, ma è stata sicuramente aggravato dalla mia autentica tristezza per non essere stata in grado di allattare.“
Insomma, care Unimamme, in una cultura che è sempre pronta a raccontare alle madri che ‘il seno è meglio’, ma non fornisce o mette abbastanza investimenti ed aiuto specialistico per garantire alle nuove mamme che desiderano allattare di essere adeguatamente supportate, la diatriba “seno vs biberon” è il paradosso.
Se volete allattare, ma non potete, o se non ci state riuscendo, non provate colpa, sappiate che la maggior parte delle mamme possono allattare con il giusto supporto. In Italia la Leche League Italia è ad esempio un’associazione di volontariato che si dedica proprio al sostegno delle mamme che desiderano allattare senza dare consigli, ma informazioni per “trovare in sé le risorse e sviluppare e rafforzare la sua autostima e le competenze per il proprio personale modo di essere madre.“
Se pensate che la vostra esperienza possa aiutare? Raccontatecela.
(Fonte: Bestdaily)