Tutto parte da un articolo di un giovane americano di 20 anni, dal titolo ” A teenager’s view on social media”. Ci racconta come lui e i suoi amici interagiscono con i principali social network nel quotidiano.
Il giovanotto, il cui nome è Andrew Watts, ci rivela che Facebook non attira più e Twitter non è proprio contemplato, da lui e i suoi coetanei. Instagram e Snapchat sono i loro preferiti. Ovviamente questo non riguarda tutti gli adolescenti della popolazione americana, ci sono da fare dei distinguo per la razza, grado d’istruzione ed estrazione sociale. Ma sicuramente è stato aperto un dibattito dove i più grandi esperti si sono trovati a dover dire la loro.
Che Facebook stia perdendo fascino tra i più giovani, è fatto già noto agli addetti ai lavori. Zuckeberg, il fondatore di FB, aveva aperto la questione lo scorso anno, durante una conferenza stampa sugli incassi della sua creatura, che tanta fortuna gli ha portato. E il dato che lo ha avvertito è stato che tra il 2011 e il 2013 Facebook ha perso 3.314.780 utenti di età compresa tra i 13 e i 17 anni e ha guadagnato consensi tra gli over 40. Questa realtà si riscontra anche nel nostro Paese, dove 24 milioni di iscritti (il 65%) ha più di 35 anni. Molti temevano, in un futuro prossimo, la decadenza del social più famoso del globo, ma l’estinzione, tuttavia, non ci sarà almeno nei prossimi anni.
Gli adulti stanno prendendo sempre più piede nella realtà virtuale, prima quasi esclusivo appannaggio dei figli, e hanno una maggiore disponibilità economica, di conseguenza c’è stato un aumento di volume della pubblicità. Basta un dato, per comprendere come Zuckeberg non si preoccupi più di tanto di questa inversione di tendenza dei giovani, ogni utente vale 2,14 dollari.Questa cifra va moltiplicata per un miliardo e mezzo di utenti sparsi nel mondo e il problema dei teenager diventa irrilevante. Inoltre il creatore di FB ha anche acquisito le applicazioni di Instagram e Whatsapp, e ha circoscritto ancor di più il problema. Nel 2012 provò in tutti i modi ad acquisire anche Snapchat, ma non gli è riuscito.
Ma il dato rimane, i giovani emigrano altrove . Nell’articolo di Andrew Watts c’è un passaggio dove si capisce il motivo :
“Facebook ce l’abbiamo tutti ma lo usiamo pochissimo. Instagram ci piace molto, ma il nostro social è Snapchat: è qui che ci possiamo esprimere liberamente senza sentirci giudicati, rimanendo ancorati alla nostra identità sociale. Facebook è come stare a un pranzo di famiglia con tutti i tuoi parenti, dove ti senti un po’ a disagio e non vedi l’ora di andartene. Su Instagram non sono costretto a seguire tutti quelli che mi seguono. Così il mio feed contiene solo cose che mi interessano…”
I ragazzi Facebook ce l’hanno solo per le chat istantanee o per rintracciare qualcuno conosciuto in qualche occasione. Non interessa più aggiungere amici, la maggior parte dei quali conosciuti solo virtualmente, e poi c’è una rinnovata esigenza di privacy. Snapchat non richiede amici o follower. Messaggi e foto inviati rimangono visibili solo per pochi secondi.
Watts infatti scrive:
“ C’è molta meno pressione sociale rispetto a tutti gli altri social network. Puoi davvero essere te stesso e creare la storia della tua giornata. Anche con immagini imbarazzanti che non ti sogneresti mai di postare su Facebook”
Insomma i giovani si vogliono emancipare dai social condivisi con gli adulti, dai “mi piace” di FB, dai post di cui non importa nulla.
E voi, cari Unigenitori, vi sentite di aver invaso il territorio virtuale dei vostri figli?
(Fonte: Il Fatto Quotidiano , medium.com)
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