Abbiamo spesso scritto di storie a lieto fine, di storie che ci fanno ben sperare e ci aiutano a credere nelle buona sorte e nella buona sanità, come quella di Cassana mamma di tre bimbi prematuri oggi tutti in perfetta salute contro ogni aspettativa, ma quella di cui scriviamo oggi è quanto accaduto a Theo, un bimbo rimasto senza ossigeno subito dopo essere venuto al mondo.
Una gravidanza andata bene e poi succede l’inspiegabile. Theo sta per nascere per la gioia di mamma e papà ma qualcosa non va come dovrebbe andare e rimane bloccato nel canale del parto. Ai medici non resta altro da fare che intervenire con un parto cesareo. Il bimbo nasce ma per otto minuti, otto lunghissimi minuti, il suo cuore si ferma. I sanitari non perdono neanche un minuto e cominciano con la procedura per rianimarlo per evitare possibili danni al cervello. Finalmente il suo cuore torna a battere.
Momenti di panico che per la mamma e il papà devono essere durati un’eternità, proprio come gli stessi raccontano al Daily Mail. Rachel Cherry, la mamma di Theo, racconta l’accaduto dicendo “Solitamente quando nasce un bimbo la prima cosa che una mamma vuole sentire è il suo pianto. Io non ho sentito alcun urlo di Theo ma solo le voci dei medici che facevano il conto alla rovescia per defibrillare il piccolo cuoricino di mio figlio. Nessuno rispondeva alle mie domande circa quello che stava succedendo, erano tutti impegnati a far tornare in vita il mio piccolo. Ogni istante mi sembrava un’eternità. Essere vicino a lui e non poterlo aiutare in nessun modo era insopportabile”.
I minuti trascorsi in attesa di sapere cosa stesse accadendo, per i genitori di Theo devono essere stati davvero dei momenti da incubo, almeno fino a quando i medici non hanno detto loro che il cuore del piccolo aveva ricominciato a battere.
Il bimbo è stato immediatamente ricoverato in terapia intensiva del Norfolk e Norwich Hospital dove è rimasto per diversi giorni intubato. Il personale medico non si sbilanciava sulle sue condizioni di salute. Theo era rimasto senza ossigeno per otto minuti, il cervello avrebbe potuto subire serie complicazioni.
La prima notte, come racconta la mamma, è stava davvero un’odissea. Theo ha anche avuto le convulsioni. Nessuno credeva che il piccolo avesse potuto vivere fino al giorno dopo. Invece ogni giorno che passava era, per il piccolo Theo, una conquista, e il suo primo pianto avvenuto dopo sette giorni ha reso tutti felici. Dodici giorni dopo il bimbo è stato dimesso ed è tornato a casa con i suoi genitori.
Theo adesso ha cinque mesi ed è una forza della natura, ride sempre e le sue risate sono contagiose. Rachel e Adam sono grati ai medici che con la loro tenacia hanno fatto sì che il loro piccolo tornasse a vivere. Il tutto è stato reso possibile grazie agli strumenti adatti per la defibrillazione del cuore di cui l’ospedale è dotato e a una particolare incubatrice che per i primi quattro giorni ha come “congelato” il corpicino del piccolo per evitare danni al cervello.
Purtroppo, però, non tutti gli ospedali sono dotati di questa tipologia di incubatrice e i due neo-genitori hanno iniziato una raccolta fondi per raccogliere le 10 mila sterline necessarie per comprarne un’altra.
Che storia meravigliosa. Un plauso va assolutamente tributato ai medici che non si sono arresi e hanno insistito per far tornare in vita il piccolo Theo. Concordate con me mitiche unimamme?
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