Il primo caso di essere umano, concepito al di fuori di un corpo di donna, fu quello dell’inglese Louise Brown, nata il 25 luglio 1978. Fu il primo caso di nascita “in vitro” e non “in vivo”, un prodotto da laboratorio. La fusione del patrimonio genetico di un gamete maschile (lo spermatozoo) e uno femminile (ovocita) avvenne in provetta. Il procedimento fu battezzato Fivet (Fertilization in vitro and embryo transfer).
Gli embrioni che si formano nella procedura di Fivet si sviluppano in un terreno di coltura e poi trasferiti in utero immediatamente, o in seguito dopo un periodo di crioconservazione. Ora una variazione del Fivet è la Icsi (Intra cytoplasmatic sper injection) che consiste nell’iniezione diretta di un unico spermatozoo nel citoplasma dell’ovocita.
Oggi gli scienziati hanno fatto un passo successivo, dimostrando che è possibile ottenere cellule uovo e spermatozoi usando cellule della pelle di due adulti dello stesso sesso. La ricerca, finanziata dal Wellcome Trust, è stata svolta presso l’Università di Cambridge assieme al Israel’s Weizmann Institute of Science . E per la prima volta si è riuscito a farlo nell’uomo.
Nel 2012 un gruppo di scienziati giapponesi era riuscito a far nascere topolini da cellule uovo prodotte in laboratorio. E precedentemente si erano ottenuti, in maniera analoga, spermatozoi nuovi. Ma nell’uomo mancava il gene capace di innescare il processo. Oggi questo gene è stato individuato e denominato SOX17, un gene che nel topo sembra non avere alcuna importanza.
Le cellule ottenute dal Dr. Azim sono assolutamente identiche alle cellule staminali naturali prelevate da feti abortiti. “Siamo riusciti nel primo e piu’ importante passo del processo, che è quello di mostrare che possiamo realizzare queste cellule staminali primordiali in laboratorio“, ha dichiarato.
La ricerca in questione avrà diversi risvolti:
Questa tecnica potrebbe infatti consentire un tipo di trattamento per la fertilità mai tentato prima: la fecondazione in vitro per le coppie dello stesso sesso. Diverse associazioni gay si sono infatti già dimostrate interessate.
I ricercatori sono consapevoli che la loro scoperta solleverà gravi questioni etiche , ma per il momento hanno dichiarato di essere solo interessati a a comprendere meglio le cause dell’infertilità e trattarla con maggiore efficacia.
Il mondo cambia, si evolve verso nuove forme di famiglia, con una rapidità a volte destabilizzante. I progressi della scienza permettono scelte fino a pochi anni fa impensabili, e questo destabilizza le certezze di molti. Chi ha un concetto della famiglia tradizionale, si trova disorientato o indignato.
E voi, cari Unigenitori, pensate che ci debba essere un limite alle possibilità che la scienza crea in continuazione?
(Fonte: Sunday Times, Medical Daily)
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