Avete mai pensato alle foto dei bambini rubate sui social network?
Conosciamo già i rischi di condividere le immagini dei vostri piccoli sul web, dall’America però arrivano una serie di casi piuttosto curiosi che testimoniano il fenomeno dei “furti” di foto di bambini.
Una mamma Lindsey Paris, ha fatto lo spese di questa pratica che non viene considerata un crimine, ma certamente risulta molto fastidiosa per le vittime coinvolte, come questa donna, “defraudata”, almeno online, dell’identità del figlio. La donna infatti aveva pubblicato un blog intitolato Read Head Baby Mama per poi accorgersi che la foto del suo bambino era stata ripubblicata sulla pagina Facebook di un’altra donna che si spacciava come la madre del suo bambino.
L'”incidente” risale al 2012, ma è ancora ben vivo nella memoria e nel cuore di Lindsey: “questa donna fingeva che fosse suo figlio e commentava su come stesse cominciando a mettere i denti. Lo trattava come se fosse suo e gli amici scrivevano quanto amassero i suoi capelli. Questa è stata la cosa che mi ha colpita di più”.
Questa mamma è quindi entrata in contatto con il fenomeno dei giochi di ruolo con le immagini dei figli altrui prese dai social media.
Infine la donna ha scoperto che si trattava di una sedicenne che non voleva fare nulla di male e desiderava solo, un giorno, avere un figlio coi capelli rossi.
Anche un’altra mamma, Ashley, ha avuto un’esperienza simile quando ha scoperto che le foto delle figlie che aveva caricato sulla sua pagina facebook di fotografa amatoriale, erano state prese e condivise da un uomo cinese, il cui profilo pieno di immagini di bambine, era seguito da centinaia di persone.
“Ero sconvolta e spaventata, c’era un link alla mia pagina e tutti potevano vedere dove vivevo. Naturalmente ho cancellato subito il post e impostato i vari criteri della privacy, cosa che non avevo fatto prima” ha spiegato Ashely.
Impossessarsi delle foto altrui e giocarci come se fossero i propri figli è diventata un’abitudine così disturbante da richiedere anche una petizione su Change.org firmata da più di 1000 persone che chiedevano di mettere fine al gioco di ruolo per gli account dei bambini.
Spesso, andando ad indagare, come in uno dei casi sopracitati, si tratta di ragazzine adolescenti che provengono da famiglie disagiate o che hanno problemi mentali. Come sostiene la psichiatra Gail Saltz per queste persone è molto più facile mettere alla prova le proprie fantasie online piuttosto che esternarle nella realtà.
Oppure può capitare che questo problema si presenti su portali dedicati alla maternità e allora sta al webmaster come trattare la faccenda, nel senso che si può anche cercare di mantenere la cosa su un tono innocente, con un topic specificamente dedicato alle “famiglie di fantasia”.
Uno strumento per tutelare la propria privacy e la sicurezza dei figli può essere quello di usare uno strumento come KidsLink che consente di condividere immagini con persone che fanno parte di questo network e che sono state preventivamente approvate dalla famiglia. Gli abbonati poi possono postare le foto anche su Instagram e Facebook dove escono pulite per quanto riguarda le informazioni sulla località.
Titania Jordan, responsabile di questo strumento ricorda: “è meglio essere al sicuro che essere dispiaciuti. Si tratta di una felice via di mezzo tra l’andare completamente al buio e mettere tutto fuori”.
Denise Lisi DeRosa, programmatrice manager di Family Online Safety Institute, sottolinea come molti genitori non sappiano come impostare le norme di sicurezza sui social network per proteggere i propri bambini, ma che dovrebbero provvedere subito.
Se dopo aver caricato la foto del vostro piccolo online farete una ricerca su Google, scoprirete se la suddetta è stata utilizzata altrove (andate su immagini e cliccate sul tasto della macchina fotografica).
Potreste inoltre giovarvi di una app che pone sulle foto una specie di marca testimoniandone l’appartenenza.
In ogni caso, a fronte di questi e altri, forse anche peggiori, casi di appropriazioni indebita di foto di bambini, bisogna responsabilizzare le persone affinché condividano le foto dei minori nel modo più sicuro possibile.
Unimamme e voi cosa ne pensate di questo fenomeno? Avete mai affrontato questa esperienza? Come vi regolate con le immagini che volete condividere dei vostri bimbi?
Dite la vostra se vi va.
(Fonte: Yahoo.com/9 News.com/Fast company.com)
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