Unimamme, anche se non vi troverete mai nella condizione di dover scegliere se abortire o meno, ci sarà sempre qualche amica o parente che ha attraversato questa esperienza.
Siccome, nella vita non si sa mai, è sempre bene conoscere a fondo un argomento per una scelta più consapevole.
Dunque l’aborto è una procedura specializzata per interrompere una gravidanza e rimuovere un feto nell’utero della donna.
In Italia l’interruzione di gravidanza per volere della donna è regolata dalla Legge 194/78 ed è possibile entro 90 giorni dal concepimento (più tardi solo per rari casi). Per accedere all’intervento bisogna presentare un certificato che attesta lo stato di gravidanza e un documento che indica la volontà di interromperla. Dopo 7 giorni (ad eccezione di casi di urgenza) per escludere ogni ipotesi di ripensamento, la paziente può recarsi in una struttura idonea a praticare l’aborto.
Vediamo insieme le varie opzioni che una donna ha davanti a sé e che può scegliere.
Aborto: tutte le strade verso l’interruzione di gravidanza
1) La pillola abortiva, la RU-486: è disponibile entro 6 settimane e 6 giorni dall’ultimo ciclo. Il farmaco blocca il progesterone che abbatte il rivestimento uterino e rende impossibile portare avanti la gravidanza. Dopo un paio di giorni potrebbe essere richiesto di prendere una seconda pillola, il misoprostolo, che consente di svuotare l’utero. Le pillole sono molto efficaci e funzionano nel 90-100% dei casi. Nella rara eventualità in cui qualcosa non andasse per il verso giusto si dovrebbe ricorrere a un secondo trattamento.
Conseguenze:
- crampi moderatamente dolorosi dopo l’assunzione del farmaco
- sanguinamento vaginale per diversi giorni
- diarrea e nausea
- l’emorragia potrebbe continuare per 4 settimane
2) Aspirazione: se si è già troppo avanti per un aborto farmacologico questa è una delle alternative.
Caratteristiche:
- può essere fatto nel 1° trimestre
- viene offerta fino a 16 settimane dopo l’ultimo ciclo mestruale
- si usa uno strumento di aspirazione per rimuovere il feto dall’utero: ovvero una cannula delle dimensioni di una penna collegata a una pompa che aspira il feto
- la cervice durante la procedura è intorpidita quindi non si sente dolore
- possono essere avvertiti crampi durante la suzione reale che dura alcuni minuti
- c’è un sanguinamento minore rispetto alla pillola
3) Dilatazione ed evacuazione: viene effettuata sulle donne nel II trimestre, solitamente fino a 16 settimane dopo l’ultimo ciclo mestruale.
Caratteristiche:
- la cervice viene dilatata attraverso l’uso di farmaci
- si procede all’aspirazione del feto
- a seconda dell’avanzamento della gravidanza potrebbe essere utilizzato un forcipe per rimuovere il tessuto fetale
- successivamente viene inserito uno strumento curvo per raschiare il rivestimento dell’utero
- dura circa mezz’ora
- alla donna viene dato un sedativo per ridurre il disagio
Aborto: rischi
In generale, meno invasiva sarà la pratica e meno rischi correrà la donna. Per esempio l’interruzione farmacologica non può essere effettuata se la paziente presenta delle allergie alle componenti del farmaco.
Questa pratica induce lo sfaldamento dell’endometrio e quindi vi è il rischio di emorragia locale, per questo motivo la paziente viene tenuta in osservazione per alcune ore.
In caso di aborto strumentale invece le controindicazioni vertono su
- l’anestesia generale,
- un’eventuale emorragia,
- un rischio infettivo
- e sul fatto che la manovra chirurgica venga effettuata in modo erroneo.
Aborto dopo i 90 giorni
Si effettua quando la gravidanza o il parto comportino una grave minaccia per la salute della donna o ci siano complicazioni come malattie e malformazioni del nascituro.
Di norma avviene entro le 22 massimo 24 settimane di gravidanza.
4) Tardo termine aborto: viene condotto nel II e III trimestre di gravidanza e viene effettuato nell’arco di alcuni giorni.
Caratteristiche:
- alla donna viene iniettata una soluzione per fermare il battuto cardiaco del feto
- la cervice viene manipolata per aprirsi (processo che dura alcuni giorni)
- quando la cervice è dilatata viene rotto il sacco amniotico
- si utilizzano strumenti come le pinze per rimuovere il feto
- poi l’utero viene raschiato
- viene effettuata l’anestesia locale
Spesso questo tipo di interruzione viene eseguita per terminare gravidanze in cui sono state rilevate anomalie al feto.
5) Nascita parziale: sono quelle più controverse. Si tratta della situazione in cui una persona pratica deliberatamente e intenzionalmente un parto vaginale su un feto vivente, in caso della presentazione di testa o che le testa sia completamente fuori dalla vagina o in caso si presenti col posteriore o qualsiasi parte del tronco fetale oltre l’ombelico sia fuori dal corpo della mamma, per perseguire un atto che si risolverà nell’uccisione del del feto vivente parzialmente consegnato.
In queste eventualità la donna è coperta e preferibilmente anestetizzata per preservarla da traumi psicologici.
Dopo l’aborto: se la procedura viene effettuata da professionisti gli effetti negativi sono rari. Il periodo di recupero varia da pochi miniti a poche settimane. L’attività sessuale invece può ricominciare 1 settimana dopo il trattamento. Una donna può rimanere incinta molto presto dopo l’aborto, mentre per il ciclo bisogna attendere tra le 4 e le 8 settimane.
Ognuno affronta l’aborto in modo diverso e quindi ci sarà chi si sentirà sollevato e chi invece sperimenterà un periodo di forte dolore ed eventuale depressione.
Avere il sostegno di una persona cara può aiutare a superare questo periodo e ricordatevi che condividere le proprie esperienze è molto importante.
Unimamme e voi eravate al corrente di tutte queste opzioni? Vi siete mai trovate in questa situazione o conoscete qualcuno che vi è passato?