A Trieste in alcuni asili è stato presentato un progetto ai genitori dei bambini, il cui intento è quello di sensibilizzare gli alunni sul rispetto e l’uguaglianza tra bambine e bambini. Il titolo di questa iniziativa è ” Il gioco del rispetto“, un kit ludico-didattico ideato dalla psicologa Lucia Beltramini e dall’insegnante Daniela Paci.
Nel sito vengono spiegate le ragioni sottostanti al gioco: il progetto, nato in Friuli Venezia Giulia, rientra nelle attività dirette a prevenire la violenza di genere, purtroppo ancora troppo diffusa. Le discriminazioni tra uomo e donna sono infatti realtà molto ben radicata nella cultura italiana, nessuno può negarlo. Gli ideatori del gioco hanno quindi deciso di partire dall’educazione delle nuove generazioni per favorire un cambiamento culturale. Nelle scuole dell’infanzia i bambini possono “superare” gli stereotipi attraverso un gioco.
Il Gioco del rispetto: cos’è e cosa insegna
Il kit comprende:
- una fiaba illustrata, “Red e Blue” nella quale una bimba Blue e un bimbo Red decidono di scalare una montagna per andare a trovare la nonna di Red. Durante il tragitto però incontrano un piccolo orso che si è perso e mentre la bimba Blue con coraggio si mette a cercare mamma Orsa, Red consola il cucciolo.
- un memory “Il gioco delle professioni” in cui sono raffigurate diverse professioni svolte sia da una femmina che da un maschio, per legittimare che non è il genere che definisce un lavoro (un’insegnante non deve per forza essere donna, così come un idraulico non deve per forza essere uomo, ecc.), nè tantomeno le attività in casa (anche un uomo può cucinare, stirare, ecc. mentre la mamma lavora): la casalinga si accompagna al casalingo, il calciatore alla calciatrice, l’idraulico all’idraulica. Un gioco che educa a superare gli stereotipi di genere.
- 3 attività propedeutiche necessarie all’analisi del contesto
- “Arrivo da Marte“: la maestra si finge un extraterrestre e interroga i bimbi su cosa significhi per loro essere maschi e femmine
- “Osservo e gioco…al contrario!”: dopo una prima osservazione dei bimbi durante il gioco libero si propone uno scambio di ruoli e una turnazione nei giochi
- “Sarà maschio o sarà femmina?“: con delle carte in cui è raffigurato un elefante si indaga su cosa si intende per i bimbi per “attività da maschi e da femmine”
- e 8 proposte di giochi:
- “Tana libera tutt*“: si fanno giocare i bimbi con costumi e travestimenti in contesti utili alla “compensazione di genere”. Es. i maschi potrebbero giocare immaginando di trovarsi in un ospedale da campo, e le femmine in una foresta con animali feroci. In tal modo i maschi lavorerebbero sulle emozioni e i sentimenti, e le femmine su autostima e assertività.
- “Se io fossi te: un po’ diversi, un po’ uguali, l’importante è che siamo pari“: i bambini devono individuare le differenze e le somiglianze durante diverse attività, tra cui anche attività fisiche per poi permettere loro di capire che i corpi funzionano allo stesso modo (es. battito cardiaco accelerato e respiro affannata dopo del movimento). In tale gioco è consentito di “esplorare” il corpo dei compagni, intendendo con ciò di ascoltare il battito degli altri o porre la mano sul torace dei compagni per percepirne il respiro.
- “Il momento magico. Storie per mettere in discussione il genere“: si lascia che i bimbi si immedesimino in personaggi maschili e femminili narrati. Es. si immaginano 2 castelli, uno tutto azzurro in cui i bambini per tutto il tempo possono solo giocare alla lotta o a palla, e un castello tutto rosa dove le bambine possono solo giocare alle bambole o pensare a curarsi e farsi belle. Arrivano però 2 folletti che fanno scegliere ai bimbi cosa cambiare.
- “Anche la maestra si traveste!”: la maestra si traveste e mima dei mestieri e i bambini devono indovinare. Successivamente devono fare 2 disegni di mestieri che considerano solo per donne e solo per uomini. A finire si discute tutti insieme.
- “Ristrutturare Rinominare Rigiocare“: vengono modificati gli spazi di gioco e rinominati con cartelli che raffigurano sia maschi che femmine e poi farli giocare.
- “Se fossi…“: si fanno travestire i bambini facendo estrarre dei fogliettini dove saranno indicati alcuni “personaggi”, es. poliziotto, medico, principessa, ecc.
- “Le mamme e i papà“: si chiede ai bimbi di indicare le azioni che a casa fanno i papà e le mamme: chi stira? chi cucina? chi legge il giornale? chi lavora al pc? ecc.
- “Ciak si … disegna!“: si fa vedere un film presente in un elenco suggerito e poi si chiede ai bimbi di disegnare le protagoniste femminili e i protagonisti maschili.
Nel kit inoltre si trovano una serie di schede da compilare, da parte delle insegnanti, in classe, con domande del tipo:
- “Quanto è diffuso l’uso del rosa, del fucsia, del blu e del nero?”
- “Quali giochi genderizzati, come passeggini e cosmetici, sono presenti?”
- ” Capita che i maschi provino dei travestimenti?”
Ai bambini andranno poste altre domande, come in un’intervista:
- “Come si può distinguere un bambino e una bambina?”
- “C’è qualcosa che non è permesso indossare?”
Le proposte di gioco che hanno scatenato le ire e le paure di un papà sono quelli in cui si invita i i bambini ad esplorare i corpi dei compagni, ad es. ascoltando i battiti del cuore delle bambine, le quali faranno altrettanto, dopo aver fatto dell’attività fisica, e quelli in cui sono previsti dei travestimenti. Questo papà ha manifestato il proprio dissenso scrivendo a un settimanale cattolico “Vita Nuova”. E da qui è partito il linciaggio mediatico che ha portato esponenti politici di alcuni partiti della destra piu’ conservatrice a gridare all’ennesimo attacco dai sostenitori dell’ “ideologia gender”. In piu’ quotidiani hanno fomentato questa paura, con titoli quali: “Giochi osé all’asilo” (Il Piccolo)- “Invitati a toccarsi le parti intime” (Libero).
Le principali critiche mosse dagli oppositori del gioco sono:
- il gioco dei travestimenti crea confusione nei bambini circa l’identità sessuale
- si vuole imporre l’eliminazione delle differenze naturali tra i sessi
- il luogo dove esaminare le differenze di genere deve essere la famiglia e non la scuola.
Chi invece difende il gioco sostiene che:
- in tutte le scuole i bambini giocano a travestirsi già adesso
- nel gioco non vengono affrontati i temi della sessualità e della composizione della famiglia
- la scuola ha il compito di educare al rispetto e di favorire lo sviluppo di competenze sociali e civiche
Noi di Universomamma abbiamo cercato di farci un’idea leggendo le diverse fonti, ma non ci è bastato, e quindi abbiamo contattato le ideatrici del gioco, chiedendo loro di avere maggiori informazioni, di poter vedere le schede del gioco, proprio perchè riteniamo che fornire informazioni “verificate” sia fondamentale, soprattutto quando si parla di bambini e ci si rivolge ai genitori.
La risposta ci è stata data fornendoci un link che richiamava al comunicato stampa rilasciato dal sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, e riportato dal Il Piccolo. Nel comunicato il Sindaco ha dichiarato: “Qualcuno ha definito scandaloso il programma, per altro facoltativo, ergendosi a difensore della morale. “Il Gioco del Rispetto” non affronta né il tema della sessualità né quello della composizione della famiglia, ma insegna il concetto di uguaglianza. Mostrare che un padre possa stirare e una madre possa riparare un’automobile non ha nulla di scandaloso. Così come far sentire ai bambini e alle bambine che dopo una corsa i loro cuori battono nello stesso modo e che uguale è il loro respiro. Questo significa semplicemente educarli a crescere nel rispetto reciproco.”
Il Sindaco ha poi rivendicato l’avanguardia della cultura civica che ha contraddistinto Trieste da sempre. Confermando la validità della scelta educativa, il sindaco, ha quindi invita a non aver paura di affrontare nuove strade per educare i bambini a diventare gli adulti di domani. Ha infine concluso con un ironica, e amara, considerazione sulle figure pubbliche che hanno sollevato la questione: ” Non si può fare a meno di pensare che alcuni di questi avrebbero più bisogno del Gioco del Rispetto di quanto ne abbiano i nostri bambini …”
Insomma è scoppiato un vero e proprio putiferio che ha attirato l’attenzione anche della stampa estera, in particolare di una testata inglese (Il Guardian) che ha scritto un articolo sugli stereotipi che caratterizzano la cultura dello Stivale.
Ma cosa è successo poi? Il primo asilo interpellato, dopo una riunione in cui sono stati coinvolti i genitori, ha deciso di iniziare con 2 attività previste dal kit:
- la storia illustrata
- e il memory delle professioni.
Occorrerà ora vedere cosa decideranno le altre scuole interessate dal progetto.
Nel frattempo, chiediamo a voi Unigenitori cosa ne pensate? Dopo aver visto di cosa si tratta, con chi concordate? Pensate sia necessario lavorare sulle emozioni dei maschietti, per prevenire comportamenti violenti? Credete che le femmine siano correttamente valutate oggi per la loro intelligenza e competenza?
Sappiamo che è difficile ragionare con una prospettiva nuova, ma un cambiamento culturale, alla luce degli innumerevoli casi di violenza sulle donne, sembra essere necessario.
E voi, cari Unigenitori,che ne pensate? Se volete approfondire ancor di piu’, vi consigliamo di dare un’occhiata al gioco che è stato reso disponibile online su Il Piccolo.
(Fonte: Il gioco del rispetto, The Guardian)