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Maternità surrogata: la Thailandia vieta questa pratica

Published by
Maria Sole Bosaia

maternità surrogatamaternità surrogata

 

 

Unimamme, vi ricordate la vicenda del piccolo Gammy, il bimbo nato con la Sindrome di Down da madre surrogata thailandese e per questo abbandonato?

Per evitare che simili, vergognosi casi si ripresentino, il governo thailandese ha emanato una legge che vieta alle donne di questo Paese di affittare il proprio utero a cittadini stranieri.

Inoltre diventa illecito persino promuovere l’attività di mamma surrogata e chi verrà trovato a violare la legge rischierà fino a 10 anni di carcere.

Maternità surrogata: giro di vite delle autorità thailandesi

L’ultimo ed eclatante caso di Gammy è stato forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma è una realtà che, negli ultimi anni, la Thailandia è stata addirittura soprannominata “l’utero dell’Asia” per la diffusissima pratica della maternità surrogata rivolta soprattutto alle coppie straniere.

Niente paura però per le coppie thailandesi, sia loro che chi avrà un partner di questo Paese potrà continuare ad usufruire della maternità surrogata perché la mamma offerente abbia più di 25 anni.

Per quanto riguarda Gammy, abbandonato dai genitori australiani a causa dei suoi gravi problemi di salute le autorità hanno trovato una soluzione per andare in aiuto alla mamma surrogata: Pattharamon “Koy” Janbua che ha ottenuto la cittadinanza australiana, consentendo così che il suo bimbo potesse essere curato a dovere.

Il secondo caso su cui aleggiano diversi dubbi è quello di Mitsutoki Shigeta, il figlio di un miliardario giapponese di cui si crede abbia messo al mondo 16 figli grazie alla maternità surrogata e all’ingente denaro di cui dispone.

La polizia thailandese sospetta che l’uomo abbia dato il via a una fabbrica di esseri umani ed è stato indagato per traffico di esseri umani e sfruttamento di minori.

Purtroppo le forze dell’ordine non sono riuscite a trovare abbastanza indizi per provare la colpevolezza di Shigeta, ma nel frattempo 12 dei piccoli sono rimasti in Thailandia.

Certo lo sforzo di regolare quello che ormai era diventato una sorta di “mercato” degli uteri è encomiabile, ma ora la polizia dovrà sforzarsi di far rispettare la legge, a dispetto del proprio lassismo e della povertà delle famiglie thailandesi.

I timori sono infatti che questa pratica possa continuare nell’illegalità mettendo a repentaglio la vita di mamme e bambini.

Unimamme e voi cosa ne pensate di questi provvedimenti?
Secondo voi saranno efficaci?

 

 

(Fonte: Corriere.it)

Maria Sole Bosaia

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