La Sids, ovvero la Sindrome della Morte in Culla, colpisce purtroppo senza preavvisare. Ne sono colpiti soprattutto i maschi e le motivazioni fino a ieri erano sconosciute. I genitori lasciavano i bambini addormentati e poi li ritrovavano senza più respiro nei loro letti. Un dolore terribile e soprattutto inspiegabile che per molto tempo lascia sgomenti perché appunto non se ne capiva l’origine. E’ invece di questi giorni la notizia che un medico di Seattle, Daniel Rubens, sarebbe vicino alla soluzione. Una scoperta scientifica importantissima, che lo scienziato sta cercando di finanziarsi attraverso il crowdfunding, ovvero la “caccia” ai 100mila dollari che gli servono tramite finanziamenti di privati cittadini.
La Sids miete solo negli Stati Uniti circa 4000 mila vittime all’anno. Rubens – che di professione fa il medico anestesista – ha cominciato a dedicarsi allo studio di questa manifestazione nel 2002 dopo aver letto un articolo sul mistero che ne avvolge le cause. Non è un ricercatore di mestiere, quindi, ma è convinto proprio grazie al mestiere che compie in sala operatoria di essere vicino alla soluzione.
Secondo lui, infatti, i bambini morti di Sids avrebbero sofferto di un disturbo non identificato dell’orecchio interno che avrebbe impedito loro di prendere l’ossigeno e così di soffocare. Questi neonati non sarebbero stati dotati del segnale necessario per muoversi e prendere fiato. “Ovviamente essendo troppo piccoli non possono dirti che hanno un problema e così smettono di respirare” ha detto Rubins.
Per questo il medico chiede che ci siano maggiori test dell’udito entro 48 ore di vita; lo screening potrebbe prevedere la disfunzione che porterebbe al rischio di Sids; successivamente il bambino dovrebbe ripetere degli esami più approfonditi entro un mese.
La ricerca di Rubens si basa su un’altra del Rhode Island Department in cui sono stati studiati 31 bambini morti per Sids: tutti avevano un livello basso di tre differenti frequenze uditive nell’orecchio destro. I bambini che invece non avevano questa disfunzione sono sopravvissuti. Uno su quattro aveva inoltre sanguinamento e un profondo danno dell’orecchio interno.
Rubens ha ricreato la stessa situazione in laboratorio e anche i topi hanno dimostrato di poter avere lo stesso rischio di venire colpiti dalla Sids. La sua professione di anestesista lo aiuta inquanto è abituato a monitorare il respiro dei bambini che pone sotto sedazione.
Per andare avanti con la sua ricerca l’anestesista ha bisogno di 100mila dollari: finora ne ha raccolti 20mila, frutto della generosità di famiglie che hanno perso dei figli proprio per colpa della Sindrome.
Tra queste una in particolare ha intervistato ben 400 coppie che hanno perso il loro figlio per via della SIDS ed ha fornito a Rubens i risultati della sua indagine. Anche se ancora lontano l’obiettivo di raccolta fondi, Rubens è positivo: “Non intendo arrendermi. Troveremo una soluzione“.
E voi unimamme cosa ne pensate?
(Fonte: seattletimes.com)
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