Care Unimamme cosa accadeva a scuola quando la prof. voleva redarguire e punire qualcuno per essersi comportato un po’ troppo fuori le righe? Ricordate le note di demerito sul registro? Gli avvisi sul diario? Il richiamo fatto davanti ai genitori nei casi più gravi, con annessa sospensione?
Roba vecchia ed antiquata, vecchi metodi… perlomeno non originali. A Monza infatti una prof. ha deciso di rinunciare alle note sul registro trovando un altro sistema e guadagnandosi così gli onori della cronaca.
Scuola: multe “salate” al posto della nota sul registro!
Si chiama Manuelita Vella, l’insegnante che forte dei suoi ben trent’anni di insegnamento alle spalle, da diverso tempo ha deciso di multare i suoi alunni per le scurrilità dette in classe. Docente di educazione fisica alla scuola alberghiera, professoressa dell’istituto Olivetti di Monza, ha deciso che la punizione per comportamenti inopportuni a scuola e mancanze verbali costeranno economicamente “care” agli alunni e per la precisione:
- 3 euro ogni bestemmia
- 50 centesimi a per le scurrilità
Il ricavato verrà poi devoluto in beneficenza.
“Imparare a trarre del bene dal male, è questo il mio spirito. Nella mia ora i ragazzi hanno la sensazione di essere più liberi di esprimersi come credono. Invece di punirli con note sul registro a ripetizione, ho pensato di indurli a riflettere sul loro comportamento con una sorta di multa che va a fare del bene” – ha spiegato la professoressa.
Il metodo pare che porti i suoi frutti e la prof. ha detto di aver notato un miglioramento del gergo dei suoi studenti:
“C’è chi si complimenta con se stesso nel mese in cui non deve pagare nulla e chi aiuta i compagni a trattenersi. Per chi dovrà lavorare a contatto con il pubblico, è importante il gergo. Inoltre il ricavato viene devoluto a un’associazione che si occupa di infanzia in India. I ragazzi sono costantemente informati su cosa viene fatto con il denaro delle sanzioni”.
E voi unimamme cosa ne pensate? I ragazzi non sono più “quelli di una volta”… magari è davvero ora di rinnovare anche vetuste “note sul registro”!
(Fonte: Repubblica)