Gli ultimi dati del Cnr di Pisa riguardo il consumo di psicofarmaci da parte degli studenti italiani hanno dato esiti molto preoccupanti: i nostri ragazzi sono i primi in Europa per consumo di queste sostanze.
Si tratta di un primato di cui avremmo fatto volentieri a meno, ma purtroppo è la realtà. I dati parlano chiaro:
- nel 2014 oltre 200 mila ragazzi tra i 15 e i 19 anni hanno usato psicofarmaci non prescritti
- 395 mila under 20 li hanno usati anche in passato
- 43 mila li hanno ingeriti 10 o più volte nell’ultimo mese
I risultati italiani stridono con quelli europei, il 10% dei giovani italiani ha usato psicofarmaci mentre nel Vecchio Continente la media è del 6%.
I ragazzi usano queste sostanze principalmente per “sballare” mischiandoli con l’alcol, prelevandoli direttamente dall’armadio dei genitori o comprando in rete prodotti che favoriscano l’attenzione, oppure il sonno o stimolino la concentrazione.
I dati raccolti dallo studio Espad condotto dal reparto di epidemiologia e ricerca dell’istituto di fisiologia clinica del consiglio nazionale delle ricerca di Pisa evidenziano che:
- il 17% degli studenti hanno, almeno una volta nella vita, utilizzano psicofarmaci non prescritti
- il 9% lo ha fatto nell’ultimo anno
- le ragazze (8%) sono le principali consumatrici di farmaci per dormire
- ci sono anche farmaci per studiare più a lungo, per l’attenzione e l’iperattività (usati dal 3% dei ragazzi)
- il 2,4% dei giovani usano medicinali per regolarizzare l’umore e per fare passare la fame
Il panorama è davvero desolante, soprattutto per la leggerezza e sconsideratezza con cui queste nuove generazioni usano sostanze pericolose.
Sabrina Molinaro, ricercatrice del Cnr che da anni si occupa di queste tematiche snocciola altri riscontri:
- nel 2014 sono stati 90 mila i consumatori di allucinogeni
- 60 mila hanno preso cocaina
- 20 mila: stimolanti
- 40 mila sono quelli che consumano smart drugs
La preoccupazione, naturalmente, è molto alta, anche perché spesso i ragazzi non sanno nemmeno quello che prendono. 54 mila studenti hanno riferito di aver assunto sostanze senza accertarsi di cosa fossero esattamente.
Particolarmente richiesti, inoltre, sono i farmaci per favorire la concentrazione, da usare in occasioni di esami e interrogazioni.
Vengono usati da 10 studenti su 100 per migliorare le prestazioni agli esami.
Il fenomeno è così diffuso che alcuni medici hanno chiesto che questi farmaci concepiti per curare disfunzioni di memoria e attenzione vengano elargiti anche ai “sani”.
Unimamme, tra psicofarmaci, cannabis e altre droghe la situazione è veramente preoccupante, cosa accadrà a questi ragazzi che crescono con la convinzione che qualunque piccola difficoltà possa essere curata con una pasticca o una sostanza che alteri il proprio umore?
A voi è mai capitato di affrontare l’argomento coi vostri figli?
Dite la vostra se vi va.
(Fonte: Repubblica.it)