Gli ultimi dati del Cnr di Pisa riguardo il consumo di psicofarmaci da parte degli studenti italiani hanno dato esiti molto preoccupanti: i nostri ragazzi sono i primi in Europa per consumo di queste sostanze.
Si tratta di un primato di cui avremmo fatto volentieri a meno, ma purtroppo è la realtà. I dati parlano chiaro:
I risultati italiani stridono con quelli europei, il 10% dei giovani italiani ha usato psicofarmaci mentre nel Vecchio Continente la media è del 6%.
I ragazzi usano queste sostanze principalmente per “sballare” mischiandoli con l’alcol, prelevandoli direttamente dall’armadio dei genitori o comprando in rete prodotti che favoriscano l’attenzione, oppure il sonno o stimolino la concentrazione.
I dati raccolti dallo studio Espad condotto dal reparto di epidemiologia e ricerca dell’istituto di fisiologia clinica del consiglio nazionale delle ricerca di Pisa evidenziano che:
Il panorama è davvero desolante, soprattutto per la leggerezza e sconsideratezza con cui queste nuove generazioni usano sostanze pericolose.
Sabrina Molinaro, ricercatrice del Cnr che da anni si occupa di queste tematiche snocciola altri riscontri:
La preoccupazione, naturalmente, è molto alta, anche perché spesso i ragazzi non sanno nemmeno quello che prendono. 54 mila studenti hanno riferito di aver assunto sostanze senza accertarsi di cosa fossero esattamente.
Particolarmente richiesti, inoltre, sono i farmaci per favorire la concentrazione, da usare in occasioni di esami e interrogazioni.
Vengono usati da 10 studenti su 100 per migliorare le prestazioni agli esami.
Il fenomeno è così diffuso che alcuni medici hanno chiesto che questi farmaci concepiti per curare disfunzioni di memoria e attenzione vengano elargiti anche ai “sani”.
Unimamme, tra psicofarmaci, cannabis e altre droghe la situazione è veramente preoccupante, cosa accadrà a questi ragazzi che crescono con la convinzione che qualunque piccola difficoltà possa essere curata con una pasticca o una sostanza che alteri il proprio umore?
A voi è mai capitato di affrontare l’argomento coi vostri figli?
Dite la vostra se vi va.
(Fonte: Repubblica.it)
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