Negli ultimi anni stanno diventando sempre più frequenti le aggressioni ai docenti negli istituti scolastici italiani. Le cronache nei giornali ne danno notizia come bollettini di guerra.
L’ultimo episodio è accaduto a Modena, in un Istituto professionale cittadino: durante una lezione l’insegnante sta spiegando e uno degli studenti decide di avere il suo quarto d’ora di gloria. Il ragazzo comincia ad essere canzonatorio, irrispettoso, e fa delle pernacchie e altri rumori molesti. Parte della classe approva l’ardire del bullo e lo legittima con degli applausi. Un gruppo infatti fa capannello attorno al novello leader della rivolta. L’adolescente dall’ormone impazzito è sempre più esaltato e ogni mattina concede repliche del suo spettacolo denigratorio. Il consenso della propria forza, della propria audacia, si sa, è una delle priorità tra le mandrie di futuri uomini e donne.
Il ragazzo è sempre più esaltato, si alza dal banco, raggiunge il docente e gli molla un calcio nella schiena. L’insegnante si volta e riesce ad evitare il secondo fendente e reagisce al nemico: gli mette le mani al collo per allontanarlo da sé. In classe scoppia il putiferio, urla degli alunni, i due si divid0no, interviene il preside. Il docente è esasperato, umiliato, adirato e promette una denuncia.
Nella vicina Reggio, sempre in un istituto superiore, è dovuta intervenire la polizia per sedare una rissa tra ragazze. La professoressa presente al fatto non era riuscita a fermarle e ha rimediato un ceffone che l’ha costretta al pronto soccorso.
In provincia di Catania un insegnante di educazione fisica delle medie è stato picchiato dal padre di una sua alunna. Il protettivo genitore si è risentito quando è venuto a sapere che il professore aveva osato rimproverare la sua piccola principessa che stava parlando al cellulare con il suo amato durante l’ora di lezione. Oltre all’aggressione c’è stata anche l’umiliazione di dover subire la chiamata telefonica del fidanzato dell’alunna. Il padre giustiziere , dopo aver malmenato il prof, chiama il ragazzo della figlia e gli passa il docente: ” Se non la smette di importunare la mia ragazza, vengo lì e la massacro”. C’è da dire che il piccolo bullo ha dato del “lei” all’adulto, non tutto è perduto a quanto sembra. Il docente è corso dal vicepreside per prendere provvedimenti: convocano la piccola, pomo della discordia, per i primi chiarimenti. Una volta usciti dalla vicepresidenza i due educatori si sono trovati davanti il papà vendicatore ( già noto in molte questure e commissariati per vari reati commessi) il quale ha pensato bene di riempirli di botte.
A Castelfiorentino i genitori di un alunno della scuola media hanno aggredito la professoressa di matematica, che aveva avuto l’ardire di metter un 5 al compito del piccolo genio incompreso.
A Sassari 15 baldi giovinotti hanno assaltato un docente universitario, poiché l’uomo, a passeggio con i figli, ha avuto l’infelice e assurda idea di chiedere al branco di trogloditi di evitare tutte quelle parolacce nel loro eloquio. “Avevo suggerito atteggiamenti più rispettosi per il resto della comunità in cui vivono” ha osato dichiarare l’incauto procacciatore di cultura. E per questa sua assurda e datata richiesta di rispetto della convivenza sociale ha rimediato svariati punti all’arcata sopraciliare e una spalla lussata.
A Torre Annunziata, in una scuola media, un tredicenne ha preso a calci e pugni la sua insegnante di italiano. La donna gli aveva negato il permesso di andare al bagno. Il piccolo incontinente, avulso all’idioma italico, non sapendo controbattere verbalmente ha deciso di usare le mani. Lo ha fatto con tanta foga e passione che la docente ha sbattuto la testa contro una porta. Il piccolo Rocky ha preso dieci giorni di sospensione.
E queste sono solo alcune delle imprese di questi adolescenti 2.0, fans scatenati di Attila. Il messaggio è chiaro.
Aule come campi di battaglia, alunni allevati come gladiatori, completo svilimento del valore sociale degli insegnanti. Scuole fatiscenti, un tam tam continuo sull’inutilità dello studio, culto dell’ego. Piccoli cresciuti nel vuoto educativo dei sentimenti e del rispetto, gratificati anche quando non meritano e con troppi vizi mantenuti come fossero una necessità. Si potrebbe continuare per ore a stilare un elenco delle cause di questa deriva nelle nostre scuole.
La cultura è bistrattata in ogni sui aspetto , in ogni sua espressione. Non servono disamine sociali, ricerche di nuovi metodi comunicativi con questi barbari in erba, ormai il danno è fatto e solo una repressione forte può debellare questo schifo. Chi non dimostra rispetto, usa violenza, denigra con continuità e senza segni di pentimento deve essere allontanato. Ma non deve restare a casa, no assolutamente, deve andare ai servizi sociali: pulire i parchi, i musei, fare manutenzione stradale, riverniciare muri imbrattati, cose così. Davanti a questo sfacelo deve finire il tempo della comprensione.
Un allarme sociale da imputare a miriadi di genitori inadeguati che insegnano il sopruso come arma per rivendicare il proprio posto nel mondo. Insomma un male incurabile e quindi da estirpare.
E voi Unigenitori che ne pensate?
(Fonte repubblica.it)