Ormai è trascorso un anno da quando 276 ragazze sono state rapite in Nigeria dal gruppo terroristico soprannominato Boko Haram, questa vicenda aveva sollevato grande indignazione nella comunità internazionale, seguita da promesse di contribuire al loro ritrovamento, ma fino adesso le giovani risultano ancora in mano ai guerriglieri.
Di queste 276 ragazze solo una piccola parte, in tutto 57 sono riuscite a sottrarsi alle grinfie dei loro spietati carcerieri che le hanno prelevate dalla scuola dove si trovavano per prepararsi agli esami di fine anno.
Purtroppo quindi, la sorte di 215 ragazzine rimane avvolta nel mistero, anche se il leader di questo gruppo terroristico Abubakar Sheku, ha riferito che le ragazze si sono convertite all’Islam e sono state date in sposa.
Nonostante il Presidente nigeriano Muhammadu Buhari abbia promesse di fare il possibile per ritrovare le fanciulle, ormai si dispera di poter davvero riuscire in quest’impresa.
Purtroppo, come ricorda anche Amnesty International non sono solo le povere ragazze di Chibok ad aver affrontato gli orrori del terrorismo diffuso da Boko Haram.
Il suo rapporto la ong. parla di 2 mila donne e bambine rapite dai terroristi nel solo 2014, il loro destino è orribile, condannate a combattere o a diventare schiave sessuali.
“Il regno del terrore di Boko Haram” è il nome del rapporto compilato basandosi su 200 testimonianze oculari tra cui vi sono 28 donne riuscite a fuggire dalla prigionia.
In esso si lette che i guerriglieri:
Oltre alle violenze rivolte contro le donne in questo documento risultano anche crimini di guerra e crimini contro l’umanità da parte del gruppo terroristico che hanno ucciso 5500 civili in Nigeria, sempre nel 2014.
Le pochissime ragazze che sono riuscite a scappare non sempre hanno ricevuto il sostegno psicologico e finanziario per riprendersi e tornare a vivere come prima.
Spesso infatti i loro villaggi sono stati saccheggiati e distrutti, le loro famiglie sterminate.
Dopo l’eclatante rapimento la popolazione nigeriana ha protestato con manifestazioni pubbliche per chiederne il rilascio, il Presidente nigeriano, in maggio, ha chiesto l’aiuto della comunità internazionale.
Mentre i mesi passavano sui social network è nata la campagna: Bring Back our girls, in ottobre sembrava ci fosse stata una svolta e che la liberazione delle ragazze fosse vicina, ma Boko Haram ha negato la tregua continuando le sue spregevoli azioni.
In marzo infine è stato eletto un nuovo Presidente che secondo la popolazione nigeriana sembra essere la persona giusta per condurre la lotta in modo deciso contro Boko Haram, ma le studentesse rapite sono ancora prigioniere.
Unimamme la vicenda di queste innocenti travolte dalla violenza perpetrata dagli uomini continua a farci indignare, non dobbiamo mai dimenticarle.
Voi cosa ne pensate?
(Fonte: The Post Internazionale)
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