La tragedia del Nepal è solo all’inizio. Il terremoto che sabato ha colpito questo Paese registra una conta di 5000 morti, ma si temono addirittura 10 mila vittime.
Al momento la stima dei feriti è di 10.915 mentre l’Onu assicura che ad essere rimasti coinvolti da questo evento sismico sono state 8 milioni di persone.
Mentre si scava nella speranza di trovare delle persone ancora vive il bilancio delle vittime è destinato ad aggravarsi ed è la situazione dei 2 bambini, che corrispondono alla metà della popolazione complessiva del Nepal, a destare particolare preoccupazione.
In prima linea per combattere l’emergenza troviamo decine di organizzazioni umanitarie tra cui spiccano:
che fanno parte del Network AGIRE operante nelle aree più colpite dal terremoto. Proprio questa agenzia italiana ha lanciato un appello per la raccolta fondi per combattere le varie emergenze che via via si stanno profilando in una situazione tanto grave.
“Il numero delle vittime continua ad aumentare, molte vecchie case sono crollate ma il sisma non ha risparmiato edifici più moderni” dichiara Cecilia Keizer direttrice di Oxfam in Nepal.
Ed è per questo che servono subito:
che AGIRE e altre organizzazioni stanno cercando di fornire.
“Una situazione che si aggrava di ora in ora: le più grandi difficoltà in questo momento sono il sistema di approvvigionamento elettrico e lacqua. Bisogna ripristinare la rete elettrica e assicurare la fornitura di acqua potabile quanto prima!” aggiunge il Segretario di Action Aid Marco de Ponte.
Oltre ad AGIRE anche Medici Senza Frontiere (MSF) ha deciso di mobilitarsi inviando 8 squadre con personale medico e non medico portando:
Anche un’altra ONG italiana WeWorld si sta adoperando per fornire alla popolazione l’assistenza elementare.
I bisogni sono così variegati che ogni associazione tenta di dare aiuto ai nepalesi e ai Paesi coinvolti secondo le proprie specificità.
La Croce Rossa si prodiga per il ricongiungimento dei familiari delle vittime.
L‘Alto Commissariato delle Nazioni Unite (Unhcr) fornisce invece servizi di prima assistenza a chi è rimasto senza una casa dopo il sisma, quindi donando:
Infine la Caritas, naturalmente, ha avviato anch’ella una raccolta fondi per soccorrere i nepalesi e sostenere le famiglie già sofferenti con minori, anziani e disabili.
Come accennato, un’attenzione particolare va ai bambini protagonisti, loro malgrado, di questo immane dramma.
Save the Children ha lanciato l’allarme per il rischio di ipotermia per decine di migliaia di piccolini rimasti senza casa. Vengono quindi distribuiti:
Amici dei Bambini (Ai.Bi) che già lavora sul campo dal 2006 ha aperto un centro di prima accoglienza per sostenere i piccoli a 360° sia materialmente con beni di prima necessità, sia attraverso il sostegno psicologico.
Infine l’Unicef vuole garantire la protezione dei bambini con:
Molti villaggi non sono ancora stati raggiunti dai soccorsi e il malcontento della popolazione sale di ora in ora, accusano il governo di non saper fronteggiare la situazione. Un clima avvelenato che rende tutto maledettamente più complicato e l’aiuto delle ONG diventa essenziale.
Forza Unigenitori! Cosa state aspettando? Aiutiamo queste persone in difficoltà!!
(Fonte sociale.corriere.it/Internazionale.it)
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