Le mamme, con la loro educazione influenzano il comportamento dei figli, ma una nuova ricerca maturata all’interno della Harvard University dimostra che a influenzare i bambini, in questo senso, vi è anche il latte materno.
Secondo gli scienziati, da alcuni studi emerge che l‘allattamento al seno non influenza i piccoli per quanto riguarda la crescita ma anche per quanto riguarda altre importanti funzioni:
Come garantisce Katie Hinde che ha partecipato alla sperimentazione.
Come accennato, i ricercatori hanno ipotizzato che gli effetti sul comportamento dei bambini del latte materno derivi dalla sua composizione e dai batteri del microbioma.
Il latte materno ha una struttura complessa, caratterizzato da elementi bioattivi che vengono poi trasferiti al neonato. La presenza o abbondanza di questi elementi varia in funzione del:
Oltre alle calorie il latte materno fornisce al bimbo:
La diversità, complessità e abbondanza del latte oligosaccaride (HMO) mostra come questo sia un elemento importante della selezione naturale.
A dispetto delle potenzialità del latte oligosaccaride le mamme ne producono solo una sottocategoria. Questo sottoinsieme a sua volta dipende, per la sua consistenza, da alcuni particolari isomeri.
Uno dei predittori del profilo che avrà il latte oligosaccaride di una mamma è costituito da una serie di alleli secretori, senza di essi una mamma ne produce di meno.
Infine durante l’allattamento la quantità di latte oligosaccaride può variare.
Il profilo dell’ HMO è a sua volta associato con il mantenimento dei batteri commesali. Esso infatti non viene digerito direttamente dal bambino, viene metabolizzato dal microbioma intestinale.
A mano a mano che il microbioma del bimbo matura si assiste a un cambiamento nella sue ecologia. Un batterio anaerobico chiamato bifidobacterium prende il sopravvento. Alcuni batteri sono portatori di geni unici per migliorare il metabolismo del latte oligosaccaride.
L’abilità del microbioma dei bimbi di digerire l’HMO dimostra che anche le mamme stanno nutrendo i batteri.
Per tutelare la salute dei neonati l’HMO li aiuta a proteggerli dai patogeni come l’Escherichia Coli.
Come sapiamo il microbioma creato nei bambini è uno strumento fondamentale per lo sviluppo fisiologico dei piccoli:
Esiste un asse attraverso il quale stomaco e cervello comunicano, l’evidenza fisica di tutto ciò è rappresentata dal nervo vago che connette il sistema nervoso al cervello, ma esistono anche interazioni immunologiche e ormonali.
Se il microbioma ha dei problemi ci sono ripercussioni sul cervello come stanchezza e indebolimento cognitivo.
Questo legame si sviluppa nei primi 1000 giorni di vita mentre il cervello raddoppia, si sviluppa la neurogenesi corticale e altri delicati fenomeni come l‘asse ipotalamico- pituitario – surrenale (HPA).
L’HPA regola:
Infine è stato verificato che esistono intersezioni tra l’HPA e l’asse stomaco cervello.
Nelle persone i primi 1000 giorni di vita sono particolarmente delicati perché si è sensibili all’ambiente circostante e alle cure materne.
Durante l’infanzia gli ormoni materni ingeriti col latte della mamma influenzano:
Contemporaneamente la mamma e l’ambiente circostante trasferiscono microbi al bimbo tramite il latte oligosaccaride e dunque tutti gli elementi che abbiamo menzionato prima:
vengono influenzati dal latte materno.
Ricerche condotte sul microbioma dei ratti e dei topi hanno dimostrato che i segnali rilasciati dai batteri nello stomaco possono influenzare il comportamento socievole o ansioso dei piccoli.
Le varie esperienze possono però alterare il microbioma intestinale. Ad esempio il bifidobacterium può essere ridotto a causa dell’esposizione materna a una forma di stress come rumori acuti.
Gli elementi bioattivi nel latte incoraggiano la crescita di specifici batteri intestinali che a loro volta producono determinate caratteristiche di comportamento.
Ad esempio bimbi che soffrono di coliche hanno un microbioma meno diversificato di quelli sani.
Piccoli con alte concentrazioni di bifidobacateria invece piangono meno nei primi 3 mesi di vita.
Mentre qualcuno imputa ciò alla riduzione dello stress gastrointestinale i ricercatori ritengono che il latte oligosaccaride promuova la colonizzazione del microbioma che influenza la regolazione di determinati comportamenti sempre rimanendo in relazione con gli effetti immunitari e nutrizionali.
Naturalmente serviranno ulteriori studi di approfondimento, ma nel frattempo il sasso è stato lanciato.
E voi unimamme cosa ne pensate di questi affascinanti risultati?
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