Telefono Azzurro lancia un nuovo, drammatico allarme: in 3 anni sono triplicati i casi di adescamento online sui bambini.
Purtroppo infatti gli autori di abusi sui minori non sono solo famigliari o conoscenti in questo ambito, ma anche persone “incontrate” in rete e che si approfittano dell’ingenuità dei piccoli.
Adescamento online: aumentano i casi
Secondo i dati raccolti dal 2012 al 2014 i casi di adescamento online sono passati dal 4,4% al 14,2% del totale delle segnalazioni al 114 che è il numero di Emergenza Infanzia di Telefono Azzurro.
Se si associa poi questo fenomeno alla pedopornografia allora i numero salgono al 22,2%.
Secondo quanto raccolto da Telefono Azzurro, nel 2014 ci sono stati:
- 2402 casi di emergenza
- 4,8% (113) casi di abusi sessuali
- adulti che si sono macchiati di abusi sessuali sono passati da 14,5% del 2012 al 27,4% del 2014
Per quanto riguarda le vittime degli abusi:
- con il 71,9% a detenere il triste primato sono le femmine
- 43,8% sono i minori di 11 anni vittime
- le segnalazioni degli adolescenti aumentano dal 16,7% del 2012 al 25% del 2014
- 20% sono le vittime di abusi di origine straniera
Secondo un’indagine condotta negli Stati Uniti nel 2010 sugli adescamenti online:
- 1 adolescente su 10 è stato adescato online
- nel 69% dei casi l’adescamento non si è concluso con la richiesta di contatto
Eukids inoltre ha compiuto un’ulteriore indagine:
- è stato considerato un campione di 25 mila bambini e adolescenti tra i 9 e i 16 anni
- i ragazzi provenivano da 35 Paesi europei
- il 30% ha dichiarato di aver conosciuto persone estranee grazie alla rete
- il 23% ha riferito di averne conosciute 5 o più
- nel 9% al contatto online è seguito un contatto offline
- l‘1% dei ragazzi si è sentito turbato dall’incontro
Le indagini condotte da Eurispes e da Telefono Azzurro testimoniano che i giovanissimi si muovono con disinvoltura nella rete ma non riescono a difendersi dai malintenzionati incontrati navigando:
- 4 ragazzi su 10 giudicano positivo o accettabile che un coetaneo incontri di persona una persona conosciuta online
- l’8,5% degli intervistati accetta richieste di amicizia sui social network dagli sconosciuti
- 1 adolescente su 10 ritiene di potersi fidare di una persona conosciuta online grazie a delle domande
- 1 su 10 ritiene di potersi fidare appellandosi al proprio istinto
A fronte di un accesso molto precoce, che va dai 9-10 anni in su, non sempre i genitori sono all’altezza della situazione.
- il 35% dei genitori dichiara di non sapere usare il pc o saperlo usare poco
- il 42% dei genitori dice di saper usare internet abbastanza
- il 34,9% dei genitori ammette di non saper usare internet
Alla scarsa conoscenza del mondo del web si accompagna una sottovalutazione delle sue insidie.
- il 46,4% pensa che sia improbabile che il proprio bambino, chattando, possa incontrare un pedofilo
- il 47% ritiene impossibile che il figlio veda su internet immagini esplicite
- l‘88,9% esclude completamente che il proprio figlio possa spogliarsi e mettere immagini e video online
“I nostri dati confermano che l’uso della Rete è diventato un elemento sempre più presente. È sempre più facile per gli adulti inserirsi nelle conversazioni tra minori: il pedofilo spesso è una persona lucida che sa usare i meccanismi di relazione per superare le barriere difensive dei ragazzi e dei bambini”, dichiara il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo.
Caffo sottolinea anche che gli adulti concedono ai figli tablet e smartphone con troppa facilità. “Non si rendono conto che invece è la chiave di accesso al mondo, ha potenzialità infinite. E i bambini sanno esattamente come usarli, molto più dei loro genitori, e riescono a entrare in certi siti, ad esempio quelli di dating online o chat roulette che permettono ai minori di conoscere tematiche inimmaginabili per gli adulti”.
Secondo lui bisogna attivarsi promuovendo leggi che colpiscano gli adulti che usano la rete per fini di sfruttamento dei minori.
Unimamme pedofilia online, come ci raccontato questi numeri, sono in aumento e forse varrebbe davvero la pena di leggere il vademecum di polizia e pediatri per proteggere i propri figli da ciò che possono trovare sul web.
Voi cosa ne pensate?
(Fonte: Telefono Azzurro/Vita.it)