L’Italia vanta il primato di parti cesarei in Europa, ma non è qualcosa di cui andare fieri, un ospedale americano invece ha dovuto rivedere completamente il proprio atteggiamento nei confronti di questa procedura, ottenendo insospettabili risultati da prendere come esempio.
Nel 2012 i parti cesarei presso l’Hoag Memorial Hospital Presbyterian a Orange County erano il 38%, in 3 anni però si sono ridotti a 1/3 delle nascite complessive, per quelle a basso rischio addirittura a 1/4.
Negli ultimi anni, in America vi è stata un’inversione di tendenza per ridurre il tasso di cesarei negli ospedali coperti dall’assicurazione sanitaria per le persone meno abbienti.
Contemporaneamente anche altre forze si sono unite per sensibilizzare circa l’argomento. The March of Dimes ha lanciato una campagna per invitare le donne ad aspettare un travaglio naturale, mentre l’American College of Obstetricians and Gynecologists ha proposto pubblicamente di ridurre i tassi usando una doula per sostenere le donne in travaglio.
Presso l’Hoag Hospital la chiave del successo è stato il cambiamento di mentalità dei medici e del personale. Forti della convinzione che non sono gli ospedali a praticare il taglio cesareo, ma i medici, gli amministratori hanno preso misure molto aggressive.
1- Inizialmente sono stati raccolti e condivisi i dati sui tassi di tagli cesarei di tutti i medici creando anche un po’ di frustrazione e risentimento tra il personale.
“Nessuno voleva fare brutta figura davanti ai colleghi” ha riferito uno dei dottori coinvolti.
Alcuni, davanti ai risultati e ai numeri in eccesso, si sono giustificati sostenendo che:
Dal momento che gli amministratori supervisionavano con attenzione la situazione alcuni medici hanno cominciato a cambiare atteggiamento, lasciando, per esempio, che le donne rimanessero in travaglio più a lungo.
Questo era quello che volevano gli amministratori: che il personale si rendesse conto che il parto cesareo non era una procedura da prendere con leggerezza.
Con il cesareo:
“Medici e pazienti guardano al cesareo come un modo veloce per le nascite, ma si tratta di un’operazione chirurgica” ha dichiarato il dottor Marlin Mills, perinatologo presso l’Hoag su Us News Healt.
2. Una delle agenzie assicuratrici dell’ospedale si è premurata di far sì che l‘ospedale non ricevesse maggiori guadagni dai parti cesarei piuttosto che da quelli vaginali.
3. L’ospedale poi ha istituito nuove regole. Prima i medici potevano organizzare il parto in relazione allo scadere della gravidanza, da quel momento in poi invece avrebbero dovuto riempire un dettagliato modulo con richieste che necessitavano di autorizzazioni speciali. Si è agito anche sul fronte dell’educazione delle pazienti incoraggiando le donne ad attendere che il travaglio avvenisse naturalmente. Se queste invece desiderano un cesareo programmato allora devono firmare un modulo di consenso nello studio del dottore venendo informate di tutti i rischi.
4. Alle infermiere è stato chiesto di contribuire attuando procedure per evitare il parto cesareo alle donne già in travaglio. Così le donne sono state fatte camminare per i corridoi. Alla fine dell’anno le infermiere avrebbero ricevuto un bonus per aver aiutato nel ridurre i tassi di tagli cesarei.
5. Infine l’ospedale ha aperto un reparto di emergenza di ostetricia e ha dato maggiori responsabilità ai medici che si occupavano del travaglio e che erano a disposizione per rispondere a tutte le emergenze e visitare le donne in travaglio.
In questo modo l’ospedale americano ha ridotto drasticamente queste operazioni chirurgiche.
Unimamme e voi cosa ne pensate di queste indicazioni? Pensate che potrebbero avere successo anche da noi?
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